Catalogazione libri ebraici italiani “Un progetto dalla portata storica”
Un progetto per recuperare, valorizzare e rendere fruibile un immenso patrimonio culturale dell’ebraismo italiano rappresentato da 35mila volumi presenti, e non ancora censiti, in quaranta biblioteche sparse per il paese. Intitolato simbolicamente Y-TAL-YA Books – un richiamo al modo in cui gli ebrei italiani chiamano la penisola: Y-Tal-Ya, Isola della rugiada divina – il progetto prende il via ufficialmente in queste ore, dopo una prima fase pilota, e vede la collaborazione tra l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, a capo dell’iniziativa, la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, la Biblioteca Nazionale di Israele e la Rothschild Foundation Hanadiv Europe. Attraverso gli strumenti telematici e nonostante le difficoltà legata all’emergenza sanitaria di questi mesi, l’impegno del team – che va dall’Italia, alla Gran Bretagna fino a Israele – è riuscito a proseguire e ora inizia, a partire da Torino, con la fase di training per procedere al lavoro di catalogazione. “Si tratta di un progetto dalla portata storica e di valore internazionale”, l’opinione condivisa nei saluti d’apertura portati da Sally Berkovic, direttore esecutivo della Rothschild Foundation Hanadiv Europe, dalla presidente UCEI Noemi Di Segni, dal direttore della Biblioteca Nazionale Centrale Andrea De Pasquale, dal direttore generale della Biblioteca nazionale d’Israele Oren Weinberg e dalla referente dell’istituzione israeliana per l’Europa Caron Sethill.
“Nonostante tutte le difficoltà, la tecnologia ci ha permesso di riunirci regolarmente e proseguire senza intoppi un lavoro che ha messo in collegamento Roma, Londra, Gerusalemme – spiega Gloria Arbib, referente UCEI per il progetto – Si tratta di un’iniziativa molto rilevante e ambiziosa: realizzare un catalogo collettivo di tutti i libri a stampa in ebraico depositati presso le biblioteche sul territorio italiano, siano esse delle Comunità ebraiche che dello Stato”. Manoscritti, incunaboli e volumi antichi dimenticati torneranno così a disposizione degli studiosi ma saranno anche fruibili al grande pubblico nella teca digitale della Biblioteca nazionale di Roma, adattata per l’occasione con la possibilità di fare ricerche anche in ebraico. Dalla metà del ‘400 al 1960 (la data fissata come limite della catalogazione), da Trieste a Bari, migliaia di testi riprenderanno vita e con loro le storie ebraiche che portano con sé. “Faremo la storia del libro ebraico – le parole del direttore De Pasquale – Avremo finalmente contezza del patrimonio librario delle biblioteche ebraiche così come di quelle pubbliche statali, finora indagate solo in minima parte. Edizioni altrimenti sconosciute verrano alla luce, con loro, nuovi protagonisti. Penso ad esempio a nomi di tipografi del passato ma non solo”. “Si tratta di un’opportunità professionale per tutti coloro che lavorano a questo progetto a cui va il nostro ringraziamento – ha sottolineato la presidente UCEI Di Segni – ma è un’opportunità di crescita per tutta la cultura ebraica di cui andare orgogliosi”. Un progetto complesso, avviato tre anni fa, con una prima fase di indagine sulle biblioteche delle Comunità ebraiche italiane e su quelle statali. “Ricordo bene quando è arrivata l’application dall’UCEI. Ne arrivano centinaia alla Rothschild di richieste di finanziamento ma ricordo di aver pensato quanto fosse ambizioso quel progetto e quanto fosse difficile immaginarne la realizzazione. – le parole del direttore Berkovic – Ora siamo qui e quell’idea è diventata realtà grazie a una fondamentale collaborazione tra enti diversi”. “Higanu le yom haze, siamo arrivati a questo giorno”, le ha fatto eco Sethill, sottolineando come si tratti di un’iniziativa innovativa e dal valore internazionale.