Ebrei di Libia, diritti da tutelare

Dal colonialismo italiano dei primi del Novecento, passando per le leggi razziste del 1938, fino ai pogrom degli anni ’50 e ’60. La storia dell’ebraismo di Libia è stato segnato da grandi rivolgimenti e profonde ferite ma anche da una negazione di diritti che ancora oggi porta i suoi effetti: il mancato riconoscimento della piena cittadinanza italiana per alcuni degli ebrei italo-libici. A raccontare l’evoluzione storica di questa situazione, con le sue implicazioni giuridiche tra leggi e sentenze dei tribunali, l’avvocato Roberto Coen nel corso dell’ultima puntata di “Diritti e Libertà”, l’approfondimento curato dall’Associazione Avvocati e Giuristi ebrei in collaborazione con l’UCEI. Accompagnato dalla testimonianza dell’imprenditore Lillo Naman, che ha raccontato la sua complicata esperienza in Libia (rimase nascosto in casa insieme alla sua famiglia per oltre un mese nel ’67 per paura dei pogrom), Coen ha spiegato come ancora oggi ci siano correnti, seppur minoritarie, che rigettano la possibilità per gli ebrei italo-libici di ottenere la cittadinanza italiana e come sia ancora necessario tutelare i loro diritti nei tribunali del nostro paese.