Scuola, ripensarla
a breve e lungo termine

Il documento sulla riapertura delle scuole, dopo il confronto degli organismi nazionali con quelli territoriali e con le forze sociali, è stato emanato. Sono state introdotte modifiche che cercano di rispondere alle richieste delle diverse rappresentanze sociali. L’impegno del Governo per un investimento economico maggiore e le garanzie sull’assunzione di nuovo personale sembra avere placato gli animi. Tale disponibilità si propone di rispondere alle necessità connesse con la riapertura delle scuole a settembre, tenendo conto della sicurezza sanitaria.
Il documento tocca peraltro altri temi che hanno implicazioni rilevanti anche per il futuro non immediato e che rischiano di essere banalizzate dato l’accento posto sull’emergenza. Ne indichiamo quattro che, a nostro avviso, rivestono una particolare importanza.
Il primo riguarda l’autonomia scolastica: la materia è già normata ma va precisata e garantita attraverso disposizioni che consentano ai dirigenti di operare con tranquillità e titolarità di mezzi. Si tratta di una materia giuridica e amministrativa che ha una specifica valenza e che va affrontata in forma nuova ora che ne è stata sottolineata l’importanza ed evidenziate le esigenze economiche ai fini di una effettiva operatività.
Il secondo riguarda il rapporto tra educazione formale e non formale: sembra essere stata finalmente compresa la valenza formativa di istituzioni che “educano”, al di fuori delle aule, attraverso organismi nel campo dell’arte, della cultura, della musica… Si tratta di dare dignità formale, non ancora garantita, a processi di acquisizione della conoscenza che esulano da una didattica fondata prevalentemente su una formazione d’aula, affrontando la questioni in termini pedagogici non solo emergenziali.
Il terzo, che rimanda a orientamenti precedenti, riguarda il sostegno agli asili. Si tratta di un’attenzione tardiva e ancora inadeguata rispetto al bisogno. La ricerca psicopedagogica ha dimostrato da tempo che l’età fra i tre e i sei anni indica un tempo privilegiato ai fini dei risultati successivi dell’azione educativa. Muoversi in questo campo con determinazione implica precisa attribuzione di responsabilità e competenze. Esige, nei fatti, un’estensione dell’obbligo abbassando l’età d’inizio della formazione. Ciò ha implicazioni economiche rilevanti e regolamentazione puntuale, nelle relazioni tra livelli istituzionali diversi.
Il quarto riveste un capitolo a parte ed è relativo all’educazione civica della quale si sottolinea la necessità, senza prevedere un tempo orario dedicato.
Superata l’emergenza legata ai temi della didattica, saranno affrontate le questioni amministrative, gestionali, curricolari legate alle tematiche indicate?

Saul Meghnagi, Consigliere UCEI