Un nuovo documento dell’Ihra
Ieri la Plenaria dell’Ihra convocata per la prima volta su piattaforma virtuale ha approvato una dichiarazione importante che potrebbe incidere in profondità nelle derive nazionalistiche e illiberali che si registrano in alcuni contesti europei. La nota – che è il frutto di un lavoro di mediazione fra diplomazie e eminenti esponenti del mondo della ricerca – è dedicata alla questione della “Riabilitazione”. Vi si legge fra l’altro che “alla luce del riemergere dell’antisemitismo e della distorsione dell’Olocausto, l’Ihra è intenzionata a occuparsi del fenomeno della riabilitazione”. Nel richiamare il testo della dichiarazione adottata dai ministri degli stati membri nel gennaio di quest’anno, un testo che incoraggia “tutti i paesi e i contesti sociali a farsi carico del rispettivo passato occupandosi apertamente e in maniera accurata delle dinamiche storiche”, l’Ihra invita tutti i paesi a confrontarsi con le rispettive storie nazionali in particolare negli aspetti che riguardano la persecuzione antiebraica. In questo contesto la raccomandazione sottolinea la necessità di occuparsi delle storie delle “persone che furono complici di quei crimini”. “Se non ricordiamo con sincerità – così conclude il comunicato – avviliamo coloro che vivono oggi e manchiamo di rispetto a coloro che sono scomparsi”. Una dichiarazione forte, che costringerà anche l’Italia a fare i conti con le strade intitolate ad Almirante e a Pende, i giardini intitolati a Graziani, le aule giudiziarie intitolate ad Azzariti e così via continuando.
Gadi Luzzatto Voghera, Direttore Fondazione Cdec
(3 luglio 2020)