A caccia di storie, i segni
della Bologna ebraica
Dentro e fuori le proprie mura, il Museo ebraico di Bologna propone per i prossimi mesi molteplici attività. Come a “Caccia di storie”, un format itinerante alla scoperta di antichi e più recenti segni. Il via ieri sera, con una conversazione per le strade del capoluogo emiliano condotta dalla direttrice Vincenza Maugeri. Un’occasione per parlare di oggetti, tradizioni, storie degli ebrei a Bologna e nel mondo.
Un appuntamento che avrà cadenza settimanale e che si protrarrà per tutta l’estate con il coinvolgimento di Francesca Panozzo e Cesare Barbieri dello staff didattico museale. Tanti i temi che saranno affrontati nel corso di questi incontri (che avranno un massimo di 15 partecipanti, con prenotazione obbligatoria): dalle bolle cinquecentesche di esclusione alle più recenti tracce di Memoria, dall’emancipazione ottocentesca alle vicende dell’Aliyah Bet che sono al centro di una mostra recentemente riaperta al pubblico.
Il Museo resta attivo anche sui canali social, con a disposizione gli approfondimenti delle serie “Freud e i ‘suoi’ scrittori” (si tratta di un percorso che parte dalla figura e dagli scritti di Sigmund Freud per indagare, anche attraverso l’influenza più o meno diretta che ebbe sugli scrittori contemporanei dell’Impero asburgico, sulle inquietudini di un’epoca prossima al declino e alla doppia catastrofe delle due guerre mondiali); “Ebraica saggezza”, costituita da dodici brevi lezioni ad alcune parti dei capitoli dei Pirké Avòt curata dal rav Alberto Sermoneta; e “Schegge di letteratura”, dodici video-incontri in cui Anna Grattarola ripropone alcuni dei libri che sono stati letti e commentati insieme nel bookclub sulla letteratura israeliana contemporanea, attivo già da diversi anni, di cui è la coordinatrice.
(8 luglio 2020)