“Covid, il momento storico
in cui l’Europa rinasce”

Il Corriere pubblica un’intervista al premier spagnolo Pedro Sanchez, che oggi accoglierà a Madrid il suo omologo Giuseppe Conte. Tra i tanti temi si parla di cosa l’Europa ha imparato al tempo del virus e di come potrà dare continuità al sogno e alla visione dei suoi fondatori. Afferma Sanchez: “Questa alleanza, questo patto tra Italia e Spagna, è necessario e può portare grandi frutti all’Europa. Siamo due popoli fratelli, mediterranei, europeisti. Abbiamo avuto dissidi, ad esempio sull’immigrazione. E invece dobbiamo dare una risposta comune, all’insegna della responsabilità e della solidarietà, sull’immigrazione e sul resto”. Per Sanchez la crisi del Covid “può essere ricordata come il momento storico in cui l’Europa rinacque e costruì il proprio destino”. 

Su Repubblica si parla della frenata israeliana sull’annessione di parte della Cisgiordania. Due, si legge, le motivazioni principali. “La prima – viene sottolineato – è che Bibi ha bisogno di rimanere al potere per meglio difendersi dalle accuse di corruzione che lo inseguono da anni e potrebbero farlo finire in carcere”. Viste le remore di Gantz, il rischio è pertanto che la coalizione si sfaldi. Il secondo motivo è nella nuova linea della Casa Bianca: “Il presidente degli Stati Uniti, dopo avere dato luce verde all’iniziativa, ci ha ripensato: alle prese con la pandemia da Covid 19 e la rivolta contro il razzismo, sembra ritenere che una deflagrazione mediorientale non aumenterebbe le sue chances alle elezioni di novembre”. 

Intervistato da Avvenire, il regista israeliano Amos Gitai parla dei suoi progetti. Un libro su Rabin (“Uomo del dialogo e dell’apertura, agli antipodi dell’attuale primo ministro Netanyahu”, afferma) e uno su suo padre, celebre architetto della Bauhaus, entrambi in uscita prossimamente con La nave di Teseo. Inoltre un film sulla figura della marrana Gracia Mendes Nasi, sfuggita alle persecuzioni antisemite a Lisbona e ad Anversa. “Si rifugiò a Ferrara – racconta Gitai – ma poi arrivò la peste e gli ebrei vennero accusati di aver diffuso il contagio. Fuggì di nuovo, a Venezia, e divenne una grande banchiera che prestava denaro ai re e con la sua flotta salvò centinaia di ebrei. Una donna moderna e coraggiosa”. 
Avvenire, parlando dell’assassinio di Rabin, scrive che il suo assassino sarebbe rimasto “impunito”. E invece, come noto, è stato condannato all’ergastolo. Un errore che rischia di suscitare molti malintesi.

Mattia Feltri, con la consueta incisività, parla nel suo Buongiorno su La Stampa dell’esponente di Fratelli d’Italia Gimmi Cangiano, candidatosi alle Regionali in Campania con lo slogan fascista “Me ne frego”. Solo l’ultimo di un campionario di orrori sinteticamente passato in rassegna. “Imbattibile – scrive Feltri – resta Tommaso Coletti, allora nella Margherita, che nel 2006 distribuì volantini contro il precariato con su una frase che aveva letto non ricordava dove, ma gli era piaciuta un sacco: ‘Il lavoro rende liberi’ (cioè la scritta all’ingresso di Auschwitz). Caro Gimmi, roba da dilettanti la tua”. 

“Erdogan serve all’Occidente per fermare gli immigrati, ha un grande esercito nella Nato, mentre dall’altro lato Israele e gli ebrei sono più deboli. Solo così posso spiegarmi la condanna dei metal detector a Gerusalemme e il silenzio sulla riconversione a moschea di Santa Sofia”. È l’opinione dello storico israeliano Benny Morris, intervistato dal Foglio

Avvenire invita alla lettura de Il mago di Lublino, tra i capolavori di Isaac Bashevis Singer, in libreria con Adelphi con la traduzione di Katia Bagnoli. Una traduzione che, si legge, “ha saputo restituire al romanzo di Singer quella particolare atmosfera ebraico-slava che lo connota”. 

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(8 luglio 2020)