Ticketless – Come un ciononostante
Si susseguono con ritmo incalzante i libretti contro le cattive memorie. S’intitola proprio così l’ultimo saggio di Marcello Flores, Cattiva memoria. Lo ha appena mandato in libreria il Mulino. Flores raccoglie il testimone da Valentina Pisanty. Il ruolo della memoria è cresciuto a dismisura negli ultimi vent’anni e il cortocircuito con il generale clima di intolleranza che si respira nel paese è sotto i nostri occhi. In un certo senso Pisanty e Flores sfondano una porta aperta. Su questo portale Anna Foa si è domandata, lecitamente, quale livello di barbarie avremmo raggiunto se la memoria non fosse stata coltivata per nulla. Quesito lecito, ma anche, dopo la pandemia, superato dagli eventi. Ciò che manca è l’avvio di una autocritica da parte degli storici. La memoria avrà invaso un campo non suo, ma la storiografia si è lasciata sconfiggere senza opporre resistenza. Soprattutto ad alzare bandiera bianca è stata la storiografia politica, surclassata da mode transeunti.
Questi pamphlets contro gli abusi della memoria ci appaiono adesso superati dagli eventi. Il prossimo 27 gennaio non potrà più essere celebrato come nelle scorse edizioni. Va ripensato un cammino della speranza che aiuti a vincere sulla paura. Il ritorno ai primi anni del dopoguerra potrebbe essere istruttivo: “Tutto quanto di valido l’umanità ha prodotto, lo ha prodotto ‘come un ciononostante’, a dispetto delle avversità, piegando queste alla propria volontà, traendo vigore dal dolore e intelligenza dalla fatica”. Sono parole di Thomas Mann, riprese da Levi in una pagina sparsa. Si potrebbe dire che Se questo è un uomo sia stato scritto “come un cionostante”, traendo speranza dal dolore. Questo paradigma della speranza è andato in crisi molti anni prima del giorno in cui fu istituito il Giorno della Memoria. Il ciononostante gu abbandonato dallo stesso Levi nei Sommersi e i salvati. La necessità di ritrovare nel dolore e nella paura la speranza si rafforza dopo la pandemia. “Cionostante” noi dovremo trovare adesso una nuova strada per rappresentare gli orrori di cui l’uomo è capace nella prospettiva di un mondo a venire in cui il ricordo stesso degli orrori diventa inutile. Il soccorso dei semiologi (Pisanty) e degli storici (Flores) è indispensabile, ma bisognerà che la smettano di lamentarsi degli abusi della memoria.
Alberto Cavaglion