Mascherine e mitzvot

Ci sono gli osservanti e i meno osservanti, i rigorosi che innalzano una siepe intorno alla regola per essere sicuri di non infrangerla e i lassisti, che si concedono qualche strappo con l’idea di preservare lo spirito più che la lettera della norma. Ci sono i difensori convinti della legge e delle sue motivazioni, quelli che dicono che sono tutte sciocchezze e una maggioranza silenziosa di persone non ostili alla regola ma troppo pigre e distratte per osservarla scrupolosamente.
Finora quello che ho scritto si potrebbe adattare sia all’osservanza delle mitzvot sia a quella delle norme sul distanziamento sociale, sull’igienizzazione e sull’uso delle mascherine. Inevitabilmente, però, il gioco si ferma qui perché sarebbe artificioso, oltre che di pessimo gusto, portarlo avanti. Devo dire, tuttavia, che l’analisi dei comportamenti tenuti dalle persone in questo periodo può costituire un esempio interessante per riflettere su alcune dinamiche presenti nel mondo ebraico.
Prima di tutto, è curioso notare quanto i livelli di osservanza possano essere molteplici e diversificati: non c’è nessuno, per quanto scrupoloso, che non possa essere accusato da qualcun altro di essere troppo lassista, così come non c’è nessuno così poco osservante delle regole del distanziamento, ecc. da non poter essere accusato da qualcun altro di essere troppo rigoroso. Analogamente, non ho mai incontrato nessun ebreo così osservante da non poter essere accusato da qualcuno di non esserlo abbastanza, né così poco osservante da non poter essere accusato da qualcun altro di essere troppo integralista.
In secondo luogo è interessante notare il comportamento medio delle persone: la maggioranza non segue alla lettera le regole sulle mascherine e sul distanziamento, ma al contempo non le contesta, o per lo meno, non compie gesti di esplicita ribellione. Un po’ come gli ebrei italiani con l’osservanza delle mitzvot. Di fronte alla collettività, poi, ognuno tende a mostrarsi un po’ più rigoroso, e non solo per paura di essere punito o multato ma anche per una forma di rispetto verso il prossimo. È curioso notare che spesso due persone che non si conoscono quando si incontrano tendono ad essere entrambe più rigorose di quanto siano in realtà: capita, per esempio, che si incontrino per strada due persone con la mascherina abbassata e che ciascuno dei due alla vista dell’altro la riporti sul naso anche se la distanza tra di loro rimane sempre superiore al metro.
Allo stesso modo ho notato che spesso tra ebrei non osservanti o poco osservanti quando ci si invita reciprocamente a pranzi, cene o feste, si tende a fare più attenzione alla casherut di quanta ne farebbe ciascuno degli invitati preso singolarmente, così come magari si evita di scriversi o telefonarsi di shabbat e moed anche quando si sa di avere a che fare con persone non troppo osservanti.
In questo modo il livello di osservanza della collettività ebraica diventa superiore alla somma del livello di osservanza dei singoli.

Anna Segre