Minoranze sommerse
In quanti sono a conoscenza dell’esistenza di una “minoranza” slovena in Italia? All’avvicinarsi dell’anniversario dell’incendio del Narodni Dom di Trieste per mano dei fascisti (13 luglio 1920) dovrebbe quasi sorgere spontanea questa domanda. Non è ben chiaro quanti cittadini italiani di lingua o origine slovena siano presenti sul territorio nazionale, ed in particolare in Friuli Venezia-Giulia. Non esiste un censimento recente, nell’ultimo del 1971 erano più di 50.000 i madrelingua slovena nelle provincie di Trieste, Gorizia e Udine. Difficile reperire pubblicazioni sull’argomento in italiano, persino nella rifornita libreria di Achille Misan di Trieste alla richiesta di qualcosa di simile si domandano tra loro il perché di questa grave mancanza. Le librerie giuliane pullulano di libri sugli italiani in Istria ed in Dalmazia, ma poco o niente si racconta sulla cultura e sulla storia degli abitanti di lingua slovena in Italia. Eppure per quanto quella slovena, sembri una presenza invisibile, silenziosa se non inesistente, è parte della storia di quel territorio ed è ancora ben viva e vegeta. Esistono infatti emittenti e giornali in lingua slovena, scuole ed istituti superiori su tutto il territorio friulano e giuliano, e basta poi osservare gli orari delle messe sul sito della diocesi di Trieste, quasi la metà di esse è in lingua slovena, e nei paesi dell’entroterra carsico come Monrupino/Repentabor o Basovizza/Basoviza sono esclusivamente in questa lingua.
Il concetto di minoranza è già in sé discriminante, così come l’eventualità di proporre un nuovo censimento. Gli sloveni in Friuli Venezia-Giulia saranno forse ad oggi 100.000, ma anche in questo caso bisognerebbe riprendere la martellante domanda “chi è slavo o sloveno” in quelle zone di confine? Gran parte dei cognomi goriziani o triestini sono stati italianizzati nel tempo – persino il patriota Guglielmo Oberdan si chiamava Oberdank – e molte famiglie sono ormai “miste” o non parlano più lo sloveno da tempo. Quella slovena rimane comunque una presenza sommersa, e talvolta cancellata, la quale dovrebbe ben far riflettere come alcune identità o narrazioni vengano a sostituirsi strumentalmente ad altre.
Francesco Moises Bassano