Tel Aviv, la protesta della piazza

In Israele ormai è acclarato: la seconda ondata è peggio della prima. Oltre mille contagi su base quotidiana per vari giorni, un sistema sanitario sempre più messo a dura prova. Nel Paese però le preoccupazioni sono soprattutto per le implicazioni economiche e sociali collegate al rischio di una convivenza con il Covid che si annuncia ogni ora che passa più complessa. 
Una conferma arriva dalla manifestazione di protesta che ha visto un numero ingente di persone raccogliersi ieri sera a Tel Aviv. Nella piazza intitolata a Yitzhak Rabin che da sempre catalizza una parte significativa degli umori del Paese in migliaia (alcuni media parlano addirittura di 80mila manifestanti) hanno chiesto al governo un aiuto “reale” per affrontare la crisi. A cavalcare la contestazione i rappresentanti dei settori più colpiti dalla pandemia, come ad esempio il turismo e i servizi di ristorazione, ma anche numerosi lavoratori autonomi. All’esecutivo sono state chieste forme di sostegno economico più incisive e il rispetto della promessa fatta in questi mesi di non lasciare nessuno indietro. Il tutto mentre il tasso di disoccupazione è tornato sopra la drammatica soglia del 20%. “Basta giochetti”, ha scandito la piazza. Diversi gli slogan contro l’attuale premier Benjamin Netanyahu, il principale accusato. 
Elementi di spicco del Likud, il suo partito, puntano intanto il dito contro chi è sceso in piazza. Per il parlamentare Yoav Kisch (che assieme al Primo ministro aveva in precedenza incontrato i rappresentanti delle diverse categorie) l’assembramento verificatosi ieri a Tel Aviv è da ritenersi alla stregua di “un attacco terroristico-sanitario”. La situazione resta quindi tesa e dalla non facile soluzione.
Proprio quest’oggi Netanyahu e il ministro alle Finanze Yisrael Katz hanno presentato nuove misure per favorire il rilancio dell’economia, per un totale di 80 miliardi di shekel. Netanyahu, riferendosi a chi non ha ancora beneficiato di alcun sostegno, ha affermato: “Il bottone per mandare loro il denaro verrà pigiato nei prossimi giorni”. 

(12 luglio 2020)