Israele vista dall’Italia

Nelle prossime ore (dalle 19.00), l’Unione Giovani Ebrei Italiani (UGEI) e l’Osservatorio Solomon, sulle pagine Facebook di Ugei ed Hatikwà, terranno uno stimolante incontro con il leader d’Azione, Carlo Calenda, sulla “Percezione d’Israele in Italia e in Europa”. L’Ambasciatore d’Israele Dror Eydar porterà i suoi saluti. Interverranno Barbara Pontecorvo (Presidente Solomon), Alessandra Ghisleri (Euromedia), Simone Santoro (Presidente UGEI), Maurizio Bernardo (Presidente Reim – Ass. Italia – Israele), Enrico Mairov (Presidente Nuova Udai) col contributo di Luca Clementi (caporedattore Hatikwà).
Un argomento quanto mai stimolante. Nelle scienze, ad esempio, la percezione della temperatura si contrappone a quella reale, segnatamente per via dell’influenza sia dell’ambiente che della psicologia. Quindi, se il conflitto mediorientale diventa rovente, possiamo chiamare in ausilio l’ambiente e la psicologia, come avremmo fatto con la temperatura. Saremo agevolati, in questo caso specifico, dall’originale fusione fra ambiente e psicologia. In situazioni normali, così non sarebbe. Per esempio, se andassimo a rivedere il famoso dibattito fra Richard Nixon e John F. Kennedy, troveremmo conferma dell’influenza dell’aspetto stravolto di Nixon e della sicurezza di Kennedy, che aveva già la visione di Camelot. Tuttavia, al di là dei luoghi comuni su quel dibattito, a rivederlo sul web, si rimane sorpresi dalla padronanza dei temi (gli “issues”) da parte dei contendenti, a testimonianza del loro retroterra di studi (in proprio o commissionati) seri ed approfonditi. Ne consegue che poco lasciavano, costoro, alla percezione, e molto alla cognizione.
Nel caso del conflitto israeliano – palestinese, si entra difilato in zona rimozione, e questo convegno potrebbe funzionare a mo’ d’autogru. Sennonché, a portare dei dati concreti, se ci si confrontasse con l’opinione contraria, si troverebbe il solito muro fatto di una vasta raccolta di episodi singoli che fa premio invariabilmente sul contesto.
Questo importante convegno ha dalla sua l’incontro con un uomo come Calenda il quale, a prescindere dalle opinioni politiche, ha la caratteristica di non essere interessato a piacere, il che significa che potrà esprimere opinioni obiettive e spassionate.
Il confronto è sempre complicato, soprattutto con chi si fa ombra sotto il vessillo del dialogo, salvo a scoprire che in molti dizionari privati il vero significato è “monologo”. L’esperienza insegna, tuttavia, che sotto le più svariate bandiere non è raro trovare delle persone in buona fede, con le quali si potrà colloquiare sui temi più svariati, compresa la percezione d’Israele.

Emanuele Calò, giurista