Mireille Knoll, assassini a processo
Riconosciuto il movente antisemita

La vicenda di Mireille Knoll, l’anziana donna parigina sfuggita in gioventù al rastrellamento del Vel d’Hiv e barbaramente uccisa due anni fa dal vicino di casa, è stata a lungo emblematica di una certa difficoltà nel definire con chiarezza le cose. E in particolare nel confrontarsi con un tema troppo spesso eluso, anche in Europa, e soprattutto in Francia dove drammatica è la contabilità dei fatti di sangue registrati in questi anni, come l’antisemitismo di matrice islamica.
Il caso di Mireille come quello di Sarah Halimi, gettata nel 2017 dalla finestra del suo appartamento dopo molte violenze inflitte sul suo corpo. Un non luogo a procedere, quello nei confronti del suo assassino ritenuto “incapace di intendere e di volere”, che nel gennaio scorso suscitò più di una sconcertata reazione. Tra le altre quella del Gran Rabbino Haim Korsia, che definì la sentenza “una grave violazione della fiducia” nel sistema giudiziario.
Sul caso Knoll la magistratura d’Oltralpe sembra però finalmente intenzionata a fare sul serio. La notizia è di queste ore: per i due uomini ritenuti responsabili del suo assassinio, appena rinviati a giudizio, l’incriminazione prevede infatti anche il riconoscimento del movente antisemita. 
Una decisione commentata con favore dai famigliari di Mireille (ai cui funerali partecipò il presidente Emmanuel Macron). Così, ad esempio, il figlio Alain: “Aspettavamo con impazienza questa indicazione. Siamo molto soddisfatti per l’andamento delle cose, per il fatto che ci sarà un giudizio, per il fatto che la doppia circostanza aggravante dell’antisemitismo è stata accettata”. 
Il processo, che si aprirà prossimamente, susciterà l’attenzione di molti osservatori. La speranza è che finalmente si possa fare giustizia. E che tanti occhi finora rimasti chiusi possano aprirsi.

(Nell’immagine un corteo svoltosi a Parigi dopo l’uccisione di Mireille Knoll, nel marzo 2018)

(14 luglio 2020)