“Scuola chiusa, scelta giusta”

La scuola del futuro e il ritorno sui banchi a settembre; lo smart working per la realtà scolastica; le differenze con gli altri paesi, la meritocrazia da difendere e i corporativismi da combattere. Sono alcuni dei temi toccati dal ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina in un’intervista pubblicata oggi dal Foglio. Nel colloquio con il direttore Claudio Cerasa, Azzolina rivendica la scelta di chiudere fino a settembre le scuole. Cerasa fa “notare che in alcuni paesi in cui la scuola ha scelto di riaprire, come in Israele, molti focolai si sono sviluppati proprio nelle scuole e in particolare laddove erano presenti in modo significativo le cosiddette classi pollaio, con più di 30 studenti. Possiamo immaginare che da settembre le classi pollaio non ci saranno più?”. “Per settembre – la replica del ministro – non sarà possibile, temo, intervenire su tutti quei numeri, ma è mio obiettivo nei mesi successivi permettere agli studenti di non trovarsi in situazioni di questo tipo”. Sulla gestione delle scuole anche il consulente del ministero della Salute, Walter Ricciardi (intervistato da Repubblica), porta come esempio da non seguire Israele: “Con le scuole serve molta cautela. Francia e Israele si sono affrettate e hanno dovuto richiudere. In Israele i focolai scolastici hanno addirittura riportato il paese in emergenza. Dovremmo ispirarci ai Paesi orientali. Cina e Corea del Sud sembrano aver limitato i contagi”.

Israele, buchi nei tracciamenti. Sarebbero dodicimila gli israeliani mandati per errore in quarantena sulla base della segnalazioni del programma di tracciamento dei contagi dei servizi dello Shin Bet. Migliaia di israeliani hanno ricevuto una notifica via sms che li avvertiva di essere stati in contatto con persone contagiate e gli imponeva una quarantena di 14 giorni, pena una multa o anche l’arresto. Molti hanno telefonato al ministero della Salute chiedendo un riesame della loro situazione. Al 54% dei richiedenti è stato revocato l’ordine di quarantena (Fatto quotidiano).

Trump vs Fauci. Il presidente Usa Donald Trump soffrirebbe per la popolarità di Anthony Fauci e per questo ha commissionato un dossier sugli errori del noto virologo che in questi mesi sta guidando la taskforce americana anti-covid. Lo scrive il Corriere della Sera, spiegando che Trump vorrebbe licenziare Fauci ma non al momento “non può farne a meno”. Secondo un sondaggio commissionato al Siena College dal New York Times, il 67% dell’opinione pubblica ha fiducia nelle raccomandazioni del virologo mentre Trump sarebbe al 26%.

Hummus e diritti. L’azienda arabo-israeliana Al Arz di Nazareth, produttrice di tahina, ha annunciato un mese fa l’intenzione di sovvenzionare una hotline per aiutare i giovani arabi LGBTQ+ attraverso una Ong israeliana, Aguda (l’Associazione per l’uguaglianza LGBTQ in Israele). L’iniziativa è stata attaccata da una parte del mondo arabo israeliano e ha innescato una polemica sui social di cui racconta oggi Repubblica. “Amiamo le persone senza fare differenze di religione, sesso, genere, colore – la replica dell’azienda – il cibo mette in connessione le persone, e così facciamo noi. Continueremo ad essere una casa aperta e a dare potere ai settori svantaggiati, qualunque essi siano”.

Stormfront, squallido palcoscenico. “Il sito Stormfront ha rappresentato sostanzialmente lo squallido palcoscenico su cui esibirsi per dare voce alle loro becere, farneticanti esternazioni di discriminazione razziale e incitamento all’odio e alla violenza contro gli ebrei, i neri, i diversi, le minoranze”. Sono le motivazioni della sentenza del Tribunale che ha condannato 29 imputati per odio razziale legati al sito neonazista Stormfront. Su Repubblica Roma, Federica Angeli riporta un altro passaggio della sentenza in cui si fa riferimento a un video antisemita postato sul sito: “ogni scritto e immagine di questo video trasuda rancore, odio, avversione e disprezzo non, si badi bene, nei confronti di questo o un altro determinato personaggio, ovvero di questo o altro settore o categoria, bensì nei riguardi di tutti gli appartenenti al popolo ebraico, in ragione del puro e semplice fatto di tale appartenenza e dunque, in definitiva, della loro identità”.

Il momento buono per colpire l’Iran. Non è ancora chiaro chi sia il responsabile dietro le esplosioni e incendi che hanno colpito alcune infrastrutture dell’Iran a inizio luglio. Tra le rivendicazioni, un gruppo per il momento sconosciuto, i Ghepardi della patria. Altri hanno imputato gli attacchi a Israele, da tempo impegnata a colpire il nemico iraniano e le sue mire espansioniste sul Medio Oriente. Secondo Daniele Ranieri (Foglio) chiunque sia il responsabile, ha scelto il momento giusto per attaccare viste le difficoltà del regime a tenere a bada il malcontento interno e a gestire la crisi socio-economica che sta mettendo in ginocchio il paese.

Migranti, via le multe alle ong. Mentre per i migranti che sbarcano positivi al Covid si restringono le possibilità di accoglienza alle sole caserme (non si sono trovate, infatti, navi disponibili), il governo prepara a dire addio alle multe milionarie per le imbarcazioni delle Ong. Lo prevede la bozza di decreto presentata dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese (Corriere).

Segnalibro. Il Corriere della Sera presenta la collana ideata da Arnoldo Mosca Mondadori per l’editrice Piemme “di agili volumetti che presentano, per ciascuno dei libri biblici, il testo della traduzione promossa dalla Conferenza episcopale italiana e sintetiche note esplicative e soprattutto una breve introduzione, affidata a voci diverse della cultura italiana, non necessariamente credenti né esperte di studi biblici, ma disponibili ad accogliere le sollecitazioni”. Tra gli autori delle introduzioni, Ennio e Valentina Morricone a cui sono stati affidati i Salmi, Salvatore Veca e il Cantico dei Cantici, Benedetta Tobagi e il Libro di Giona. Mondadori parla di “sguardo laico sulle Scritture”.

Daniel Reichel