Ticketless – Viadana

Un focolaio di Covid a Viadana. E in un salumificio! Per gli ebrei del mantovano il problema non è nuovo. Nasce da questa frizione, tanto premeditata quanto ineludibile, l’umorismo ebraico di Alberto Cantoni, che per tutta la sua lunga e felice esistenza, tra Viadana e Pomponesco, ragionò sul contrappasso determinato dalla contiguità fra il suo essere ebreo e la grande estensione che nell’Ottocento e nella sua terra aveva preso l’industria del latte. Cantoni, a proposito del “migliajo di porci” che circondavano la casa dove viveva, si confidava così con un amico ed estimatore: “Sia benedetto Mosè che li ha proibiti. Difatti i nostri contadini ne hanno uno per famiglia, e noi nessuno”. Il contrappasso ha riguardato tutti gli ebrei residenti a ridosso della via Emilia: si prolunga fino ai tantissimi estimatori ebrei dei versi di Bertolucci padre e gli altrettanto numerosi spettatori e ammiratori di Novecento, il film di Bertolucci figlio. Erano gli ebrei di quelle terre, nell’Ottocento, a tal punto ossessionati da quell’assedio di impurità da riderci sopra e da farci ridere di riflesso. In tempi di pandemia il riso non muta le sue regole e si confonde con la vita. Il motto della casa editrice di Formiggini era Amor et labor vitast, ma con una aggiunta non casuale: Risus quoque vitast.

Alberto Cavaglion

(15 luglio 2020)