Il ricordo dei luoghi

La seconda delle due parashot che leggeremo domani è chiamata “mas’é – tappe” in quanto vengono elencate le quarantadue tappe percorse dal popolo nei quaranta anni di vita nel deserto.
Si chiedono i chakhamim il motivo per cui sono nominate soltanto le località. A questa domanda rispondono dicendo che: quando si vuole ricordare a qualcuno un episodio – bello o brutto che sia – basta ricordargli dove esso è avvenuto.
In questo caso Moshè ricorda al popolo che, se esso è arrivato alla fine del viaggio nel deserto ed è sopravvissuto senza grossi problemi, non è merito che del Signore D-o, che lo ha protetto e sfamato, nonostante tutto.
Un altro motivo è che in quei luoghi, il popolo non ha avuto un comportamento esemplare anzi, a differenza di quanto è stato fatto dal Signore, esso ha avuto un comportamento piuttosto irriconoscente.
A volta per far ricordare a qualcuno qualcosa non serve raccontare l’evento, ma ricordargli solamente il posto dove esso è avvenuto.

Rav Alberto Sermoneta, rabbino capo di Bologna

(17 luglio 2020)