Ardeatine, 12 storie per la Memoria

Un emozionante annuncio, in pieno lockdown, ha commosso l’opinione pubblica. L’associazione dei resti di una delle ultime vittime dell’eccidio delle Fosse Ardeatine ancora non identificate a un nome: quello di Marian Reicher, 43 anni, un ebreo polacco fuggito dal Paese d’origine nel 1942. Una speranza di salvezza in Italia infrantasi davanti a nuove terribili prove. È stato il test del dna a cui si è recentemente sottoposto suo figlio David, nato pochi mesi prima, a confermarlo. “Ogni anno celebriamo Yom HaShoah. In questa data ho sempre acceso il ner neshamah, la candela commemorativa per mio padre. Perché in quella data? Perché non sapevo quando mio padre fosse morto. Ora lo so, è tutto sarà diverso. È importante avere questa nuova consapevolezza, sapere cosa è successo” ha poi raccontato in una commovente intervista con Pagine Ebraiche
Sono ancora otto i resti senza nome. Una sfida di Memoria che si intreccia a un progetto editoriale di recente avvio. “Le Fosse Ardeatine: dodici storie”, curato da Claudio Procaccia e pubblicato da Gangemi, nasce infatti nel segno della collaborazione avviata nel 70esimo anniversario dell’eccidio tra il Dipartimento di Cultura della Comunità ebraica di Roma guidato dallo stesso Procaccia e l’Associazione Nazionale Famiglie Italiane Martiri. L’obiettivo è di raccontare tutte e 335 le storie delle vittime del massacro nazista, avvalendosi del contributo di ricercatori e istituti in grado di fornire il contributo necessario a un’impresa che, viene sottolineato, sarà possibile affrontare in modo adeguato “solo con un’ampia partecipazione”. Queste dodici biografie (Odoardo Della Torre, Angelo Di Castro, Cesare Di Consiglio, Franco Di Consiglio, Marco Di Consiglio, Mosè Di Consiglio, Salomone Di Consiglio, Santoro Di Consiglio, Giorgio Fano, Sabato Amadio Fatucci, Emanuele Moscati) rappresentano intanto un primo fondamentale tassello. A contribuire, oltre alla senatrice a vita Liliana Segre (che firma la prefazione al volume) e al curatore, sono state Silvia Haia Antonucci, Martino Contu, Georges de Canino, Sira Fatucci, Rina Menasci, Amedeo Osti Guerrazzi e Marta Ravenna Lattes. 
Anche un altro volume di recente pubblicazione mette al centro l’eccidio delle Ardeatine e la sfida di Memoria. Si intitola “Il corpo e il nome”, lo pubblica Viella e lo firma Alessia Glielmi, responsabile degli Archivi del Consiglio Nazionale delle Ricerche, docente di Archivistica presso l’Università degli Studi Roma Tor Vergata e responsabile del patrimonio archivistico del Museo storico della Liberazione. Ad essere ricostruito uno degli aspetti meno indagati: il lavoro svolto dalla Commissione tecnica medico-legale della Scuola Superiore di Polizia per il riconoscimento e l’identificazione delle vittime. Tra le figure messe al centro anche quella del medico Attilio Ascarelli (1875-1962), che fu a capo delle operazioni di riconoscimento. Compagno di classe di Eugenio Pacelli, il futuro papa Pio XII, si laurea in medicina e diventa professore presso l’Università di Macerata. Tornato nella capitale per ricoprire l’incarico di direttore dell’ambulatorio dell’Istituto di medicina legale, con l’entrata in vigore delle leggi razziste è costretto ad abbandonare l’incarico. Il ritorno all’attività coincide con quel compito atroce ma necessario.  

(20 luglio 2020)