Setirot – Un problema
su cui riflettere

Come era prevedibile, la lettera aperta scritta da un gruppo di giovani ebrei italiani che esprimono la loro critica al piano di annessione di parti della Cisgiordania previsto dal governo israeliano ha scatenato un putiferio.
Due premesse d’obbligo: io – insieme a moltissimi ebrei della Diaspora e altrettanti israeliani – concordo nel merito dell’appello; ogni dibattito su questa vicenda, come su mille altre, è a mio avviso benvenuto, a patto che rimanga sul piano del confronto e non dell’insulto o del disprezzo.
Ahimè, anzi ahinoi, ogni volta che si alza una voce dissonante rispetto a Netanyahu & C i critici di turno sono subissati di aggressioni e inaccettabili condanne morali, indipendentemente da quali sensibilità politiche e religiose siano i portatori.
Su questo “problema” ci invita a riflettere anche Sergio Della Pergola sull’ultimo numero della Rassegna mensile di Israel. In una recensione a più voci del volume L’Italia racconta Israele (1948-2018) di Mario Toscano, il noto accademico gerosolimitano ricorda infatti che una buona metà dei cittadini non sostiene le idee di Bibi, e non per questo si tratta di cittadini meno normativi e leali. Ma l’affondo di Della Pergola va oltre, quasi sovrapponendo le azioni del premier di Gerusalemme ai modelli di “crescente nazionalismo autarchico epitomizzato da dirigenti tipo Marine Le Pen, Matteo Salvini, Viktor Orbàn e altri (per non parlare di Trump, Putin, Erdogan e Bolsonaro) e orientato in misura sempre più aggressivo a contestare il classico stato democratico fondato sulla separazione tra i poteri costituzionali”.

Stefano Jesurum

(23 luglio 2020)