Dalle tenebre alla grande luce

La settimana che inizia con l’uscita di questo Shabbat è quella più luttuosa del nostro calendario. In essa cade il 9 del mese di Av in cui, tutto il popolo ebraico digiuna e piange la distribuzione del primo e secondo Tempio di Gerusalemme, insieme ad altre gravi sciagure capitate al nostro popolo, nel corso dei millenni della sua storia. Anche nel lutto più profondo gli ebrei si sono imposti di non essere totalmente negativi, ma di vedere sempre una luce in fondo al tunnel.
C’è un minhag romano che vuole che la candela che usiamo la sera, all’inizio del digiuno, per seguire la lettura del libro di Echà – le Lamentazioni – sia custodita nelle nostre case anche dopo la fine del digiuno. Essa verrà utilizzata per accedervi i lumi di Chanukkah, che celebra il miracolo della nostra sopravvivenza. Il motivo di questa tradizione è ribadire che la speranza dell’ebreo è quella di attraversare periodi bui per passare a momenti più luminosi.
Chanukkah è chiamata “festa delle luci” e quindi, seguendo il minhag romano, si potrà mettere in pratica – almeno simbolicamente – quanto auspicato dai nostri Maestri: “u me afelah le or gadol – “dalle tenebre alla grande luce”.

Rav Alberto Sermoneta