Usa-Cina, nuovo scontro

Torna d’attualità lo scontro tra le due maggiori potenze mondiali, Usa e Cina. Il segretario di Stato Usa Mike Pompeo in un discorso di queste ore ha definito la Cina “una nuova tirannia” e ha invitato il “mondo libero” a unirsi “per trionfare” contro di essa. Una politica anti-cinese, scrive Repubblica, che trova sponde anche tra i democratici e apre a un clima da nuova guerra fredda. A testimoniare sul campo la serietà dello scontro, la decisione di Washington di ordinare la chiusura del consolato cinese a Houston. Un provvedimento a cui Pechino ha replicato intimando all’ambasciata degli Stati Uniti di chiudere il suo consolato nella città sud-occidentale di Chengdu.
Intanto negli Usa la tensione sale anche in politica interna: il presidente Trump ha annunciato “un incremento delle forze dell’ordine nelle comunità americane afflitte da crimini violenti” ovvero l’invio di agenti federali in diverse città, in particolare a guida democratica, per intervenire contro le proteste sociali avviate dal caso George Floyd. I democratici accusano Trump di abuso di potere, riporta il Sole 24 Ore, secondo cui la mossa del presidente è un tentativo di recuperare terreno nei sondaggi e presentarsi come l’uomo dell’ordine. “Non verrà permesso alle truppe di Trump di terrorizzare i nostri cittadini”, ha replicato la sindaca di Chicago al presidente (Repubblica).

Turchia-Grecia, tensioni in mare. Dietro al nuovo muso duro tra Ankara e Atene ci sono le enormi riserve di gas e il controllo delle rotte commerciali. A far riemergere uno scontro mai sopito del tutto, il presidente Erdogan che ha inviato una nave esplorativa a caccia di giacimenti nelle acque fra Kas e Kastellorizo. “Era scortata da due fregate, segno che Ankara si aspettava una reazione. Per Atene quel tratto di mare fa parte della sua zona economica esclusiva, e quindi di sua pertinenza. Ma Ankara non ha mai accettato la delimitazione”, spiega La Stampa. La situazione è poi peggiorata con la mobilitazione dei due eserciti. Ad evitare che le cose precipitassero, l’intervento della Merkel in qualità di presidente di turno dell’Ue. Ma intanto l’aggressività turca continua a destabilizzare il Mediterraneo, scrive il Giornale: “Erdogan cerca una posizione di forza lungo tutta l’area Mediterranea, sfida la Grecia, Cipro, la Francia e Israele sulle riserve di marine gas, dà spallate all’Egitto e di conserva all’Arabia Saudita, mentre insieme all’Iran giura la distruzione di Israele”.

Emergenza sanitaria. Israele ha il suo supercommissario Anti-coronavirus e vaglia in queste ore se applicare un nuovo lockdown completo. Intanto si aggrava la situazione anche nei Territori palestinesi, riporta Avvenire.

Israele e la “terapia di conversione” fuorilegge. Dovrebbe esserci la maggioranza per far passare alla Knesset una norma che vieta la “terapia di conversione” che muove dall’idea che l’omosessualità sia una malattia da curare. “La terapia di conversione nasce nell’illegalità e il suo posto è quello”, ha dichiarato il ministro della Difesa Benny Gantz. La Stampa spiega che Israele, nel caso in cui la norma passi in modo definitivo, sarà “il primo Paese del Medio Oriente a portare avanti questa battaglia civile”. Sei gli omosessuali dichiarati alla Knesset, tra cui il presidente di Meretz Nitzan Horowitz, primo firmatario della norma, che al quotidiano torinese spiega:“Non succedeva da tantissimo tempo che il Parlamento votasse una misura a favore di omosessuali e lgbtqi. Sebbene la comunità gay abbia grande influenza in Israele si è fatta strada per via mediatica e giuridica: non grazie ma malgrado la politica, un ambito dove grava il peso dei partiti religiosi”.

La condanna dell’ex SS. Si e chiuso, ieri, con una condanna del tribunale di Amburgo il processo all’ex guardia delle SS del campo di concentramento di Stutthof. La corte della città anseatica ha riconosciuto Bruno Dey, che all’epoca dei fatti aveva 17 anni e oggi ne ha 93, colpevole di aver contribuito con la sua attività di vigilanza alla morte di 5.232 persone nel lager nazista nei pressi di Danzica. La pena a due anni di reclusione, comminata secondo la giurisdizione che si applica ai minorenni, sarà scontata in libertà vigilata vista l’età dell’imputato. Una decisione duramente contestata dal direttore del centro Wiesenthal di Gerusalemme, Efraim Zuroff: “Invece di convalidare le sofferenze dei sopravvissuti punendo il colpevole, i giudici li hanno insultati mandando Dey a casa, felice di essere del tutto impunito” (Corriere e Giornale).

Un film sul caso Mortara. Sarà il regista  Marco Bellocchio a raccontare sul grande schermo la storia di Edgardo Mortara, il bambino ebreo bolognese strappato alla famiglia nel 1858 e convertito a forza al cattolicesimo dal papa. “So che Spielberg aveva già fatto dei sopralluoghi, noi ancora no. Occorrerà cercare quanto di antico è rimasto. – racconta Bellocchio a Repubblica – La storia prende il via da Bologna e approda a Roma, ma qui ci sono almeno tre snodi fondamentali. Il battesimo clandestino ad opera della tata, il rapimento da parte della Chiesa e infine il processo all’inquisitore. Ritengo importante girare qui anche se quei luoghi non esistessero più. Se c’è una cosa che ho imparato proprio dal “Traditore” è l’importanza della lingua. I protagonisti della mia storia parleranno ebraico impastato col dialetto bolognese, poi ci sarà la Curia e dunque il latino, senza dimenticare il francese visto che intervenne nella vicenda pure Napoleone III”. Bellocchio spiega che il film sarà “un’indagine storica, basata sugli atti del processo, un’inchiesta storica con Pina Todaro. Non saremo pronti prima della fine del 2021”.

I soldi di Gelli ai terroristi neri. Licio Gelli, capo della loggia massonica P2, avrebbe consegnato un milione di dollari in contanti prima della strage di Bologna ai terroristi dei Nar. Questa la tesi della procura di Bologna. “Gli inquirenti sono certi di aver ricostruito quanto avvenne nei giorni precedenti l’attentato in stazione, costato la vita a 85 persone e il ferimento di altre 200. – scrive Repubblica nelle sue pagine bolognesi – Secondo le carte dell’inchiesta, l’ex Venerabile, accompagnato da un suo factotum, incontrò alcuni emissari del gruppo terroristico fascista per consegnare loro l’acconto pattuito in precedenza”. Per il presidente dell’Associazione dei famigliari delle vittime Paolo Bolognesi il quadro è chiaro: “Gli ideatori della strage furono i vertici della Loggia P2, Gelli in testa, i servizi segreti coprirono gli esecutori depistando e facendo in modo che potessero agire indisturbati. Infine, chi mise la bomba furono i terroristi neofascisti. C’è però gente che non si capacita che dopo 40 anni noi siamo ancora qui a chiedere la verità con ostinazione ottenendo l’apertura di un’inchiesta sui mandanti”.

Merano, resta via Cadorna. Dedicare una via a Elena De Salvo “una bambina innocente, uccisa perché ebrea al posto di chi ha seminato morte, sarebbe il miglior modo per concludere la nostra legislatura”, aveva il sindaco di Merano Paul Rösch. Arrivati al voto però, il consiglieri comunali hanno deciso, racconta il Corriere dell’Alto Adige, di mantenere il nome attuale della via in questione dedicata a Luigi Cadorna.

Antisemitismo e demenza digitale. In cerca di visibilità un piccolo editore torinese riporta in auge l’accusa di deicidio, notoriamente motore dell’antisemitismo cattolico, attaccando sui social network la direttrice della fondazione Circolo dei lettori, Elena Loewenthal. Intervistato da La Stampa Torino, l’uomo minaccia querele se accusato di antisemitismo.

Daniel Reichel