Virus, in Europa torna la paura
Locali chiusi, controlli agli aeroporti, liste di destinazioni rischiose. Sono le misure che, racconta La Stampa, diversi Paesi europei stanno adottando in queste ore. Preoccupa infatti la seconda ondata del virus, dalla Romania dove in 24 ore ci sono stati quasi 1300 contagi registrati alla Catalogna dove otto Comuni hanno reintrodotto il confinamento. Il governo francese ha disposto controlli per chi arriva da una serie di Paesi (tra cui Israele). “Una lista di Paesi ‘terzi’ amici – si legge – che non corrisponde a quella concordata in sede Ue”.
Il Fatto Quotidiano dedica un articolo al possibile conflitto che potrebbe aprirsi tra Israele ed Hezbollah (definito con molta indulgenza “movimento sciita”). Secondo Il Fatto una guerra per difendere il Paese da eventuali attacchi di Hezbollah potrebbe costituire per il premier israeliano Netanyahu, accusato nell’articolo di aver sottovalutato il pericolo della pandemia, “l’ultima carta da giocarsi allo scopo di procrastinare il rendez vous giudiziario”. Anche se è a Hezbollah, si legge, “che un eventuale conflitto con Israele gioverebbe di più”.
In Ungheria libertà di informazione sempre più sotto attacco. Come racconta il Corriere, oltre 70 giornalisti del quotidiano online Index.hu, il sito di notizie più letto del Paese, si sono dimessi in seguito al licenziamento del direttore Szabolcs Dull deciso dal gruppo che controlla da qualche mese il giornale e che è molto vicino al premier Viktor Orbán. Recentemente Dull aveva denunciato pressioni per imporre una linea favorevole al governo, “facendo anche cambiare il ‘barometro della libertà’, pubblicato ogni giorno sulla home page, da ‘indipendente’ a ‘in pericolo'”. È stato questo, viene spiegato, il detonatore del suo licenziamento.
“Attaccare la Lombardia significa attaccare l’Italia, la Lombardia è un modello a livello mondiale. Il modello di sanità lombarda lo studiano gli Stati Uniti, Israele e la Germania. Non saranno tre pennivendoli e tre magistrati in cerca di fama a infangare uno dei fiori all’occhiello dell’Italia”. È quanto afferma il leader leghista Matteo Salvini, in una intervista sul Giornale, a proposito dell’indagine su frode in pubbliche forniture nei confronti del governatore lombardo Fontana.
In una intervista con Avvenire la professoressa Milena Santerini parla anche del suo ruolo di coordinatrice nazionale contro l’antisemitismo, mettendolo in relazione con le tante sfide di questo presente: “Dal mio punto di vista – afferma – ritengo che permanga un rischio grave: la tentazione di trovare, comunque, un capro espiatorio, un nemico; un giorno, i cinesi, il successivo, è colpa dell’eterna congiura ebraica”.
Va in pensione il boeing 747, uno degli aerei più celebri al mondo. “È stato oggetto dell’attentato di Lockerbie nel 1988 (259 vittime a bordo più 11 uccise a terra colpite dai rottami). Ma ha anche salvato vite nel 1991, con l’Operazione Salomone: il 747 di El Al – ricorda il Corriere – ha trasportato 1.122 ebrei etiopi dal Paese africano per portarli in salvo in Israele”.
Sul domenicale del Sole 24 Ore monsignor Gianfranco Ravasi parla dell’antisemitismo di Martin Lutero. “Un viaggio nel passato – scrive al riguardo – per cavarne una lezione per il presente con l’insorgere rinnovato di bolle roventi di razzismo e antisemitismo, non di rado ammantato di difesa dei valori cristiani, inalberati come vessillo religioso e politico”. Francesco Cataluccio presenta invece la recente riedizione de Il Mago di Lublino, uno dei libri più importanti di Isaac Bashevis Singer. “La religione e la passione carnale – spiega – sono i due poli tra i quali oscilla il protagonista, sempre in bilico come quando si esibisce da equilibrista su una corda senza rete di protezione sottostante”.
Donatella Di Cesare, sulla Lettura del Corriere, racconta l’anarchica figura del filosofo Reiner Schürmann. Tra le scelte messe in evidenza quella di andare a vivere, lui che non era ebreo e diventerà poi sacerdote cattolico, nel kibbutz Kfar Ezra (dal quale fu poi espulso perché tedesco).
Sul Corriere Roger Abravanel e Claudio Costamagna auspicano un impegno dello Stato per agevolare il trasferimento tecnologico dai centri di ricerca al mondo delle startup. Il modello indicato è quello di Israele, “che ha creato una potenza mondiale high tech incentivando i capitali e i talenti”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(26 luglio 2020)