Gli spari contro BHL

Spari in aria ed epiteti antisemiti come “cane ebreo”. È questa l’accoglienza che una milizia locale ha riservato a Bernard-Henri Levy, in visita in Libia e diretto con una scorta fornitagli dal ministero dell’Interno a Tarhuna dove alcune fosse comuni attestano un massacro compiuto dalle forze di Haftar. La sensazione, scrive Repubblica, è che a determinare questa reazione scomposta sia stata la diversa percezione che si ha della Francia nell’Ovest del Paese rispetto ad un tempo. Non più la paladina dei rivoluzionari, “ma la nazione che con un doppiogioco politico-militare ha sostenuto il generale Haftar nei 14 mesi di assedio a Tripoli”. L’intellettuale francese ha così commentato l’accaduto: “L’intimidazione e la violenza non mi impediranno di fare il mio lavoro. Ora tutti possono rendersi conto dei metodi che usano le milizie pro Erdogan”. 

Anche l’ex guardia del corpo di Netanyahu Nir Adan tra i manifestanti che in Israele sono scesi in piazza contro il Primo ministro chiedendone le dimissioni. Il Corriere gli dedica un breve articolo, riportando parti di un suo post su Facebook diventato virale in cui accusa di essere stato “picchiato dalla polizia e colpito dal getto di un idrante”.

Meno di cento giorni alle elezioni americane. I sondaggi, come noto, fanno di Joe Biden il grande favorito. Gianni Riotta, sulla Stampa, invita a non dare questo risultato per scontato. “La base repubblicana – scrive – resterà con Trump, malgrado il record di morti della pandemia e la crisi economica, su un radicamento ideologico e sulla difesa della propria identità culturale, che sente minacciata dalla nuova economia e dall’integrazione etnica e sessuale”.

“Non avevamo detto ‘mai più’ Auschwitz, eccetera eccetera? Ecco, se quel video fosse vero, e solo per prudenza estrema può ancora concedersi il beneficio del dubbio, non dovremmo almeno un po’ vergognarci per quel ‘mai più’ ipocritamente declamato e sistematicamente disatteso?”. È la domanda che si pone Pierluigi Battista, sul Corriere, dopo aver visto un video che attesta alcune brutalità compiute dalle autorità cinesi contro la minoranza islamica degli uiguri da tempo perseguitata.  

“Nelle SS di Hitler, tante razze e religioni”. Non è uno scherzo, ma il titolo di un articolo di Libero dedicato ai “molti giovani non tedeschi” che si arruolarono tra i nazisti. Sconcertante la leggerezza con cui si tratta il tema: “Indiani e turchi, musulmani e buddisti – viene infatti rimarcato – composero la prima forza armata cosmopolita moderna con un milione di uomini”. 

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(27 luglio 2020)