Oltremare – Turismo interno
Ci stanno cancellando tutti i voli che ancora qualcuno pensava di poter prendere da Israele per andare ovunque, anche vicino, anche vicinissimo. La cosa risponde alla legge del mercato, molto più che a buone regole pensate per preservare la salute nei vari paesi divisi da confini. Il che mi fa tornare in mente vetuste lotte ideologiche basate sul concetto di una internazionale (nello specifico era di lavoratori o proletari) che, diciamocelo, oggi come oggi sarebbe una ipotesi interessante. Invece niente, in un globo ancora fatto di confini, noi israeliani non abbiamo quasi nessuna possibilità di lasciare il territorio nazionale. E dire che qualunque isola greca anche la più sgalfia ci sarebbe oramai andata bene. E allora, tutti dicono, ma riappropriamoci della bellezza di Israele! Andiamo in vacanza nel verde della Galilea, o a fare gite nel cratere di Mitzpe Ramon. Tanto tutti gli alberghi sono deserti di turisti e di dollari, armiamoci di scarpe buone e partiamo. Bellissimo, questo rinnovato sentimento pioniere; mi rivedo nei giovani che negli anni Venti arrivavano pallidi dall’Europa più bianca che c’è, loro a zappare la terra senza l’ombra di una crema ad alta protezione solare, mentre a noi tutto sommato si chiede solo di andare in gita, che sarà mai.
L’unico problema è che Israele, noi immigrati con una anzianità superiore ai dieci anni, la conosciamo pietra per pietra, albero per albero. Se si considera la sua estensione, la cosa non dovrebbe stupire troppo. Ma soprattutto, ci sono luoghi meravigliosi che alla fine si vanno a visitare solo quando vengono i turisti, famiglia o amici, dall’estero. Luoghi come Mitzpe Ramon, Tel Arad, la Galilea, il Golan, stanno agli ospiti d’eccellenza come noi stiamo alle posate d’argento che si tirano fuori per Pesach. Hanno senso appunto per Pesach, ma se usate in assenza dell’ospite da onorare improvvisamente tornano ad essere posate molto pesanti da tenere in mano, difficili da pulire e i cui coltelli non tagliano mai veramente bene. La magia della riunione di famiglia, dell’occasione speciale, è parte importante anche nelle passeggiate nel deserto rosato, che in assenza di turisti rischia di mostrarsi come quello che è: un immenso ammasso di pietre. Ciò detto, viva il turismo interno, viva il rosa del deserto e il verde della Galilea, nostro orizzonte quotidiano e, quest’anno, anche estivo.
Daniela Fubini
(27 luglio 2020)