La politica e gli argomenti seri
Il paese sta attraversando una crisi economica quale mai forse si era visto prima. Non si sa se il peggio debba ancora arrivare. Un numero inimmaginabile di serrande rimane ancora abbassato. Molti esercizi commerciali non le solleveranno più. Molte famiglie non arrivano alla fine del mese. Gente sul lastrico. E la politica non trova nulla di meglio che litigare sulle mascherine, perché – si dice – le mascherine riducono lo spazio della libertà.
Ho appena riletto Tutto scorre, di Vasilij Grossman: “Lo sviluppo dell’Occidente era fecondato dalla crescita della libertà, mentre lo sviluppo della Russia era fecondato dalla nascita della schiavitù’; il corso della storia russa determinò Lenin […] a conservare la maledizione della storia russa, quel rapporto millenario tra il suo sviluppo e la sua non-libertà, la servitù”.
Credevo che questa fosse la tragedia grande e vera della civiltà eurasiatica, così come il nazifascismo fu il baratro della civiltà occidentale. E invece no. Il populismo innalza lo stendardo della mascherina a difesa dei valori occidentali e della nostra libertà, dimentico anche delle libertà davvero conculcate dal comunismo, di cui tanto spesso ama ricordare le efferatezze, quasi a compensare efferatezze e nostalgia del fascismo.
Sembra che il dibattito politico non sappia proporre e non senta il dovere di affrontare argomenti più seri, più fondanti dei valori di libertà e di felicità di una popolazione in sofferenza.
Del resto, la polemica sulla mascherina è un utile diversivo da corruzioni e malversazioni in corso d’opera. Segno tangibile del disinteresse per il bene comune, quello vero.
Dario Calimani
(28 luglio 2020)