Su quadri e cornici

Francesco Lucrezi pubblica il 24 giugno su questi notiziari un bel pezzo intitolato “Nell’interesse d’Israele”, contrario all’estensione della giurisdizione israeliana su alcuni insediamenti ebraici nell’area “C” cisgiordana.
Il 5 luglio, Yair Lapid pubblica sul Corriere della Sera un articolo dal titolo “No alle annessioni di Israele. Ma le sanzioni sono un errore”.
Su una testata ebraica, il 13 luglio, si pubblica una lettera – manifesto di un gruppo di giovani, sotto il titolo ”Contro l’annessione: una voce ebraica italiana, una protesta globale”.
Nei tre casi, le conclusioni sembrerebbero convergere, eppure le reazioni non sono state sempre uguali. Il quadro, cioè, era (quasi) uguale, ma le cornici del quadro (il loro contesto) mi sembravano essere alquanto diverse.
Un giorno, per dirla con Adon Olam, quando questo nostro mondo non ci sarà più, se dovesse rimanere un solo sopravvissuto, e non avesse altro problema che quello di combattere la noia, potrebbe cimentarsi nella spiegazione e nella descrizione della differenza fra i tre contesti, la quale potrebbe – in tesi – corrispondere a particolari caratteristiche sociali, economiche, psicologiche e culturali. Ora come ora, non saprei identificare queste cornici, ma so per certo di aver aiutato il citato sopravvissuto ad ammazzare il tempo, prima che il tempo elimini lui.

Emanuele Calò, giurista

(28 luglio 2020)