Anarchia ed ebraismo

“Non tu ma l’opera che hai iniziato ti rende indispensabile per l’umanità!”.
Scrisse così il poeta anarchico e ebreo Erich Mühsam (1878 – 1934), ucciso dai nazisti nel campo di concentramento di Orianenburg. Una frase che è quasi un monito contro l’idolatria. E a proposito di anarchia e radici ebraiche, colgo l’occasione per ricordare anche io Paolo Finzi, scomparso proprio in questi giorni. Per quanto mai conosciuto personalmente, se non tramite un breve scambio epistolare e una telefonata. La rivista “A”, che “dirigeva”, non era il solito mensile politico e fazioso, ma uno spazio aperto al dibattito dove non mancavano mai interventi e articoli di spessore e di qualità intellettuale. Non erano pochi i temi trattati che si legavano all’ebraismo e i dossier su personaggi di famiglia ebraica. Sovente su queste pagine veniva denunciato anche l’antisemitismo di sinistra, sia quando era mascherato da antisionismo e sia quando si legava al cospirazionismo, cosa purtroppo non troppo frequente nelle riviste legate alla sinistra extraparlamentare. Ricordo che qualche anno fa lo stesso Finzi intervenne in risposta a un lettore che sposava acriticamente la causa palestinese, sostenendo che un libertario per sua natura è critico con tutti gli stati nazionali senza distinzione, non facendo quindi sconti al nazionalismo arabo il quale spesso usa come strumento terrorismo e antisemitismo. Nello stesso intervento biasimò il boicottaggio “perché colpisce indistintamente un ‘paese’, quindi un popolo, indicato come nemico”, ricordò l’esperienza dei kibbutzim, e la realtà che Israele fosse un paese dove, “pur con tutte le sue criticità, l’opposizione ha voce e scende nelle piazze”. Sarebbe stato sicuramente interessante conoscere dal vivo Finzi, anche per comprendere meglio il suo legame con la cultura ebraica, ma rimane la speranza che la rivista da lui redatta possa continuare ad essere un luogo atipico lontano dal tifo calcistico, il quale ha poco a che vedere sia con la politica che con il giornalismo.

Francesco Moises Bassano

(31 luglio 2020)