Cinzia Foches (1961-2020)

Cinzia non è più qui a sorridere insieme a tutti noi. Ci ha lasciato nel primo pomeriggio di shabbat; non animerà più quella casa accogliente a Verona dove un ebreo osservante sapeva di potersi sedere a tavola e consumare un pasto sicuramente casher.
In quella casa, a pochi passi dalla sinagoga, insieme a lei hanno vissuto, osservando con scrupolo le regole halachiche, il marito Paolo, come lei insegnante, ed il figlio Ruben, talentuoso maestro di violino.
Da oltre dieci anni Cinzia e la sua famiglia avevano iniziato il percorso per il ghiur.
Un percorso reso più complicato dal fatto che, contemporaneamente, lei ha dovuto combattere un male che non perdona; e lo ha fatto con una forza incredibile e una tenacia ammirevole, sostenuta dalla sua grande fede e da un marito e un figlio amorevoli.
Cinzia era sempre serena, sorridente e fiduciosa e ha coinvolto tanti suoi studenti in progetti educativi su temi di storia e cultura ebraica. È stata sempre propositiva ed ha collaborato a tante iniziative dell’Adei e della Comunità ebraica di Verona.
Il Male ha continuato ad aggredirla con sempre maggiore forza rallentando così anche il suo percorso di conversione.
Ora Cinzia riposa in un campo adiacente a quello del cimitero ebraico, un luogo che la Comunità ha destinato a sepoltura di quelle persone che nella loro vita hanno manifestato una vicinanza particolare all’ebraismo.
È il massimo risultato consentito dalle regole in vigore su questa terra. Ora Cinzia avrà sicuramente trovato una meritata accoglienza da parte di tutti coloro che, come lei, ebrei religiosi e osservanti lo sono stati profondamente nell’animo e nel comportamento. Che il suo ricordo sia di benedizione.

Bruno Carmi

(28 luglio 2020)