Beni razziati durante la Shoah, il quadro su restituzioni e risarcimenti
Il Dipartimento di Stato americano ha pubblicato di recente un rapporto che valuta i progressi compiuti da 46 paesi che, siglando la Dichiarazione Terezin, si sono impegnati alla restituzione o il risarcimento per le proprietà illecitamente sequestrate durante la Shoah. Il rapporto di 200 pagine è stato commissionato dal Justice for Uncompensated Survivors Today Act. “Per ogni Paese, in tutti i 46 capitoli, il rapporto individua le aree in cui sono stati fatti progressi e dove è necessario un ulteriore lavoro. Quindi ci auguriamo che questo stimoli ulteriori passi avanti, naturalmente, mentre i Paesi leggono i propri capitoli e decidono come possono rispettare al meglio i propri impegni”, ha dichiarato Cherrie Daniels, l’inviata speciale degli Stati Uniti per le questioni relative alla Shoah.
Secondo il rapporto, “le comunità ebraiche in tutta Europa continuano a dover affrontare sfide importanti per recuperare o ricevere un risarcimento per le proprietà comunitarie e religiose confiscate, distrutte o nazionalizzate nella Shoah o nell’epoca comunista”. “In Polonia, per esempio, circa la metà delle 5.500 rivendicazioni di proprietà ebraiche presentate in base a una legge di restituzione del 1997 rimangono irrisolte, e circa la metà delle rivendicazioni sono state respinte”.
Rispetto alla situazione italiana, il rapporto ricorda tra l’altro come la cosiddetta Commissione Anselmi nel 2002 pubblicò in merito al tema dei risarcimenti e restituzioni un rapporto i cui “mostrano, in generale, che i beni sono stati restituiti ai sopravvissuti espulsi che hanno presentato richieste di risarcimento, ma i sopravvissuti o gli eredi che non hanno presentato richieste di risarcimento non sono stati rintracciati e risarciti in modo proattivo. La Commissione ha raccomandato alle autorità italiane di indagare sui beni non reclamati al fine di identificare i superstiti e gli eredi che non hanno presentato domande di indennizzo, e ha evidenziato in particolare la necessità di indagare sui beni non reclamati conservati presso la Cassa Depositi e Prestiti, la banca d’investimento italiana che fornisce servizi di finanziamento per gli investimenti del settore pubblico in Italia. Le istituzioni governative non hanno, nella maggior parte dei casi, dato seguito a queste raccomandazioni”, sottolinea il rapporto, che cita dall’altra parte l’impegno dell’attuale governo a fare passi avanti con la costituzione del “Comitato per il recupero e la restituzione dei beni culturali” che si avvale della collaborazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
“È passato molto tempo e la necessità di agire è urgente. – le parole del Segretario di Stato Usa Mike Pompeo in merito al rapporto – In occasione del 75esimo anniversario della fine della Shoah, l’eredità del saccheggio di massa dei nazisti in gran parte non è stata affrontata. Data l’età avanzata dei sopravvissuti all’Olocausto, molti dei quali vivono in povertà, i risultati di questo rapporto servono a ricordare che i Paesi devono agire con maggiore urgenza per fornire la restituzione o il risarcimento delle proprietà illecitamente sequestrate alle vittime dell’Olocausto e ad altre vittime della persecuzione nazista. Tutte le vittime del regime nazista devono poter vivere dignitosamente i loro ultimi giorni”.