Ginzburg e il mito del nemico interno

In Storia notturna. Una decifrazione del sabba lo storico Carlo Ginzburg ricostruisce una traiettoria secolare in cui l’ossessione di un complotto contro la società, attribuito a gruppi via via diversi (lebbrosi, ebrei, musulmani, eretici e streghe), s’intrecciò a credenze popolari a sfondo sciamanico. Il complotto immaginario prese forma in un territorio limitato, dalla Francia all’arco alpino. E mosse i suoi passi a cavallo tra il 1320 e il 1348. A questo periodo temporale Ginzburg dedica i primi due capitoli del suo saggio e su di essi si sofferma nella puntata odierna di “pagine di storia” la storica Anna Foa. Due capitoli in cui si spiega, con l’ampio uso di fonti, come in meno di un secolo (tra il 1320 e il 1409) “si coaguli all’interno del mondo cristiano una ideologia per cui al suo interno ci sono dei nemici che avvelenano, che sono portatori di morte. – sottolinea Foa – E questi nemici sono da una parte i malati veri, i lebbrosi, dall’altra gli ebrei, con sullo sfondo i musulmani e le streghe”.