L’esecutivo alla prova Bilancio

Continuano le divisioni all’interno della coalizione sul tema dell’approvazione del Bilancio. Il Likud e il Primo ministro Benjamin Netanyahu vorrebbero approvarlo di un anno mentre Kachol Lavan e il ministro della Difesa Benny Gantz chiedono che sia di due anni, come deciso nell’accordo di coalizione. La questione sta creando non poca tensione tra i due partiti mentre nel paese continua a preoccupare il numero di contagi da coronavirus e la crisi economica innescata dalla pandemia. Secondo Netanyahu un bilancio biennale adesso porterebbe a gravi tagli finanziari ma pronta è arrivata la replica dell’alleato Gantz: “È tutto falso. Dobbiamo introdurre un buon piano finanziario per il bene del pubblico israeliano. È tutta una favola, ci serve un solo Bilancio, uno stabile che tenga conto dell’incertezza finanziaria del Paese, possiamo farcela, sono solo cinque trimestri”, ha dichiarato il leader di Kachol Lavan in un’intervista a Ynet. “Chi non rispetterà l’accordo, che è stato firmato solo tre mesi fa, dovrà in seguito fornire spiegazioni su quanto è successo”, ha proseguito il ministro della Difesa, aggiungendo che i partiti religiosi “sono anche responsabili del rispetto dell’accordo”. Rispetto all’idea di elezioni anticipate, paventate dal Likud in caso di mancato accordo sul Bilancio, Gantz ha replicato che un ritorno al voto “non servirà a nessuno in Israele”. Una posizione con cui concordano i partiti storicamente alleati di Netanyahu, Yahadut HaTorah e Shas. I due partiti religiosi, secondo quanto riporta l’emittente Kann, hanno fatto capire che se Netanyahu non dovesse scendere a compromessi si rifiuteranno di sostenerlo pubblicamente come hanno sempre fatto nelle elezioni recenti. Il leader di Shas Aryeh Deri è andato direttamente in televisione per chiedere al Premier e a Gantz di trovare una soluzione, auspicando si eviti un ritorno alle urne. Dal Likud però al momento si è alzato un muro: il ministro della Cooperazione regionale Ofir Akunis ha avvertito che se Kachol Lavan non sosterrà il Bilancio di un solo anno, il Likud cercherà di sostituire la coalizione di unità nazionale con un governo alternativo con l’appoggio di 61 parlamentari. Per gli analisti politici le parole di Akunis sono una minaccia senza un reale fondamento, perché non è chiaro come il Likud otterrebbe quella maggioranza. Quel che rimane è uno scontro politico in cui si arriva a parlare di nuove elezioni mentre dal ministro della Sanità fanno sapere che un nuovo lockdown è sempre possibile, vista la situazione dei contagi. Nelle ultime 24 ore i positivi sono stati oltre 1800 mentre le vittime da coronavirus al momento sono 554. I giornali evidenziano che Israele ha attualmente uno dei più alti tassi di infezione pro capite del mondo e, seppur la situazione non sia ancora fuori controllo, le polemiche politiche non facilitano la gestione della crisi.