Un’estate tutta da leggere
Anche in questo incerto periodo tanti italiani hanno preso o stanno prendendo la strada della villeggiatura. In mare o in montagna uno dei piaceri più gratificanti resta senz’altro la lettura: l’importante è avere in valigia i libri giusti. Per questo la redazione di Pagine Ebraiche si è permessa di dare qualche suggerimento di lettura estiva, con l’aiuto di alcuni amici, nel numero di agosto del mensile dell’ebraismo italiano attualmente in distribuzione (è possibile abbonarsi qui). “I libri da portare con sé”, il titolo del dossier di questo mese con la proposta di molte novità, anche di respiro internazionale, oltre a qualche grande classico che val la pena riprendere in mano.
Chi i libri continua a scriverli invece è lo storico israeliano Benny Morris, protagonista della grande intervista del mese e di recente coautore – assieme al collega Dror Zeev – di un lavoro che aiuta a capire la dolorosa storia della Turchia di oggi e di ieri: Il genocidio dei cristiani. 1894-1924. La guerra dei turchi per creare uno stato islamico puro. Morris spiega la genesi e i motivi che lo hanno spinto a scrivere un libro e traccia un legame con il presente e l’atteggiamento di Erdogan. Nell’intervista, inoltre, lo storico racconta cosa muove il suo lavoro: “Quello che mi interessa è la verità, non la giustizia. Ho ovviamente una mia visione personale di cosa sia giusto e cosa no ma nel mio lavoro di storico cerco di mettere in fila i fatti, di capire come sono andate le cose studiando i documenti. L’ho fatto con i miei libri sul conflitto tra arabi e israeliani, l’abbiamo fatto assieme al collega Dror Zeevi nel lavoro sul genocidio dei cristiani in Turchia”.
Nella parte alta del giornale poi spazio alla cultura, con un approfondimento dedicato al futuro del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah e agli obiettivi del nuovo direttore del Meis rav Amedeo Spagnoletto. “Tra le tante ho un’ambizione: quella che il Meis diventi un vero e proprio polo didattico. – sottolinea il direttore Spagnoletto a Pagine Ebraiche – Un luogo in cui, mettendo al centro i giovani, si possano trasferire conoscenze coinvolgenti sull’ebraismo, la sua storia, i suoi valori. Ma anche la fonte di un processo che porti chi apprende a condividere con altri coetanei ciò che ha acquisito. Tutti, in un modo o nell’altro, devono sentirsi protagonisti”. In tema di impegno culturale, grande attesa per la ventunesima Giornata Europea della Cultura Ebraica, ormai alle porte: l’appuntamento è per domenica 6 settembre con eventi fisici e iniziative in virtuale. Roma, per l’Italia, la città capofila di questa edizione che avrà come filo conduttore i “Percorsi ebraici”. “Sarà diversa da tutte le edizioni passate la prossima Giornata. – sottolinea la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni – Un’edizione che, a causa della terribile emergenza sanitaria che ha travolto il mondo, e che ha visto l’Italia tra i Paesi più drammaticamente colpiti, dovrà svolgersi in modalità inedite, puntando molto sulle nuove tecnologie”.
Israele, le proteste di piazza e la crisi sanitaria al centro delle pagine di Eretz ed Economia, con il governo guidato dal Premier Benjamin Netanyahu che deve affrontare l’emergenza sanitaria ma anche un crescente malcontento. Il paese in queste settimane estive si è trovato di colpo a dover affrontare una nuova ondata di contagi da coronavirus e questo ha inciso in modo significativo nella fiducia riposta dagli israeliani nell’attuale premier. Nelle pagine di Orizzonti, spazio a storie dal passato: una dedicata alla resilienza del Ghetto di Varsavia e alla sua capacità, nonostante la situazione drammatica, di contenere un’epidemia di tifo; l’altra, a una figura di medico molto particolare, a tratti controversa, Serge Voronoff, che iniziò il Novecento da celebrità per poi finire nel dimenticatoio.
Ad aprire le pagine di Cultura, la recensione della storica Anna Foa del libro Libia ebraica. Memoria e identità. Testi e immagini, a cura di Jacques Roumani, (mancato quando ancora il libro stava uscendo negli Stati Uniti), da sua moglie Judith e da David Meghnagi. Un volume che racconta la storia dell’ebraismo libico attraverso la letteratura, i dialetti, la topografia, la cucina, i processi di resilienza e di rielaborazione del lutto per i traumi subiti, la ricostruzione di un’esistenza ferita dai traumi dell’esilio, contribuendo a preservare una memoria viva di una comunità tra le più antiche del mondo. A proposito di libri in uscita, sempre nelle pagine di Cultura, la presentazione del volume Aspetti del nuovo radicalismo di destra di Theodor Adorno. Una lezione, da poco in libreria per Marsilio, in cui il grande pensatore rintraccia le ragioni dell’ascesa dell’Npd nella Repubblica federale tedesca. A sottolineare l’importanza e l’attualità di questo testo, una riflessione dello storico sociale dello idee David Bidussa.
Chiude questo numero, il racconto per immagini di una Hannah Arendt inedita perché nelle vesti di fotografa. “Armata di una minuscola Minox (la “macchina fotografica delle spie”) Arendt per decenni ferma sulla pellicola le immagini di amici e conoscenti con risultati spesso sorprendenti. – racconta Daniela Gross, nel testo introduttivo all’approfondimento dedicato alla Arendt fotografa – Sono volti più o meno noti. Frammenti preziosi di vita: attimi felici, ritratti rubati, scatti estemporanei. Un album fotografico come tanti, se non fosse che i soggetti ritratti portano i nomi di Martin Heidegger, Karl Jaspers o Mary Mc Carthy e l’autrice ha un occhio invidiabile”. In particolare, a portare alla luce questo inedito risvolto della grande pensatrice, la mostra Hannah Arendt and the Twentieth Century aperta fino al 18 ottobre al Deutsches Historisches Museum di Berlino.