Disonestà istituzionalizzata
Sia chiaro, la richiesta e la riscossione del bonus da seicento euro da parte di alcuni parlamentari – tre o cinque che siano ha poca importanza – sono, a quanto sembra, assolutamente lecite e a termini di legge. Nessuno rischia il processo, nessuno andrà in galera. Eppure, lo scalpore che la notizia ha suscitato non appare del tutto ingiustificato. Lo scandalo riportato dalla stampa dice, quanto meno, che l’opinione pubblica non è ancora assuefatta al malcostume e alla mancanza di etica rappresentata da certa politica. E questa è una buona notizia. Siamo ancora capaci di indignazione. Ma non basta.
Ci era stato fatto credere che la classe dei corrotti e dei competenti privilegiati era stata finalmente sostituita da persone incompetenti ma oneste. E invece scopriamo che ognuno persegue solo il proprio interesse, a dispetto delle elevate e purissime dichiarazioni di intenti che gli hanno consentito di essere eletto e pagato a spese dello stato e nostre. Tutto cambia perché nulla cambi, a solo favore di un’altra classe dirigente. Cambiano le facce, rimangono i metodi, le strategie e i poco nobili obiettivi.
Neppure la pandemia ha sortito alcun benefico effetto. Scrivevo qualche mese fa che alla fine di questa peste ritorneremo a essere esattamente quelli di prima. Mi sbagliavo: in effetti, siamo sempre stati quelli di prima, non siamo mai cambiati. Saltiamo le code, evitiamo le mascherine a bordo di un treno, ci riteniamo immuni da contagio come se fossimo immortali, solo noi.
È vero, se la legge lo prevede, il comportamento dei parlamentari non è censurabile, e lo scalpore è solo la solita nuvola di polvere creata ad arte da ipocriti benpensanti. Eppure, ti vien voglia di interrogarti una volta di più sul significato e sul valore della coscienza etica di chi ci rappresenta e di qualcuno che ci governa, quella coscienza che dovrebbe garantire che tu e io e si possa convivere e far parte della stessa società senza sbranarci, e si possa magari tutelare il più debole, salvaguardandolo da fame, malattia, isolamento. Utopia.
Non sono solo i parlamentari ad aver riscosso il bonus da seicento euro. Tutti noi conosciamo qualcuno che ne ha usufruito senza averne bisogno, privandone qualcun altro che non arriva a fine mese. Ma per dei parlamentari la cosa assume, per più motivi, un rilievo di ben maggiore gravità.
Ora si capisce che cosa significhino le parole ‘e le insegnerai ai tuoi figli’, ammesso che ai figli si voglia insegnare qualcosa, ammesso che ai figli non si voglia indicare la via del furto, della prevaricazione, non si voglia insegnare ad approfittarsi degli altri e di ogni occasione utile ad arraffare e a godersi il maltolto. La via della furbizia.
Scrive Camus: “il solo modo di lottare contro la peste è l’onestà”. Ma indubbiamente, non è detto che tutti noi si voglia lottare contro la peste. Del resto, siamo umani: se non ne approfitto io ne approfitterà qualcun altro. E, se il mio fine non è morale, ci penserà una legge a renderlo morale. Un po’ come il falso in bilancio. Basta passare una legge ad hoc per renderlo non più falso. E per passare una legge ad hoc bastano un buon numero di amici conniventi. Disonestà istituzionalizzata. E la peste si propaga.
Dario Calimani