“I governi non legittimino Lukashenko”

“Tutti siamo in pericolo al momento e super spaventati. Ci sentiamo come in guerra, abbiamo davvero bisogno di aiuto nel diffondere le informazioni. Parlo alle persone che sentiranno la mia voce registrata: chiedo a tutti di andare nei vostri paesi, nelle vostre città, sotto le ambasciate e in strada, e chiedere ai vostri governanti di non sostenere il potere di Lukashenko, di non legittimarlo. Di chiedere ai vostri governi che facciano in modo che i prigionieri politici vengano liberati. Abbiamo veramente bisogno di questo aiuto ora”. In questo momento difficile in Bielorussia, dove la repressione del regime di Aleksandr Lukashenko è sempre più feroce, la European Union of Jewish Students ha diffuso l’appello di una giovane ebrea bielorussa, attiva in queste ore di protesta. Un appello registrato a voce in cui si invitano le persone a mobilitarsi e a chiedere ai rispettivi governi di non legittimare il potere di Lukashenko, di fare pressione per liberare le oltre seimila persone arrestate in questi giorni di protesta. Sui social network molte sono le immagini che circolano in queste ore di una dimostrazione pacifica guidata dalle donne, vestite in bianco, che chiedono la liberazione dei manifestanti (nell’immagine, un momento della manifestazione immortalato dal giornalista Franak Viačorka). Diversi media israeliani hanno rilanciato inoltre i video di soldati e agenti bielorussi che, in protesta con la violenza dei colleghi che seguono gli ordini di Lukashenko, si sono fatti riprendere mentre gettano via le proprie divise. “Non possiamo tollerare dittature violente in mezzo all’Europa”, il messaggio della European Union of Jewish Students in queste ore, a fianco delle altre realtà che si stanno mobilitando per solidarizzare con i manifestanti in Bielorussia. Le proteste sono iniziate dopo l’annuncio domenica scorsa della vittoria di Lukashenko (al potere dal 1994) alle elezioni, con l’80% delle preferenze, sulla sfidante Svetlana Tikhanovskaya. Un risultato contestato dai sostenitori di Tikhanovskaya, che hanno documentato brogli e violenze alle urne.