Letture facoltative – Leibowitz
Sono passati quarant’anni dalla pubblicazione da parte di Carucci per il DAC (il dipartimento di assistenza culturale dell’UCII, predecessore dell’UCEI) di un volume che raccoglieva scritti eterogenei di Jeshajàhu Leibowitz dal titolo “Ebraismo, popolo ebraico e stato d’Israele”. Il libro fu pubblicato grazie alla cura di Ariel Rathaus, che firmò una densa introduzione che non solo anticipava alcuni dei grandi temi affrontati da Leibowitz e spiegava la scelta dei testi inclusi nel volume, ma anche giustificava la decisione di proporre scritti inediti in traduzione italiana di un pensatore a dir poco scomodo. Leibowitz per decenni è stato tra gli intellettuali più temuti in Israele per la sua estrema coerenza e l’onestà intellettuale, che lo portavano a sostenere costantemente opinioni di minoranza. Anche nel volume voluto dalle comunità ebraiche nel 1980 emergono le lezioni per cui Leibowitz era noto in Israele, dalla forte impostazione razionalistica sulla scorta di Maimonide al rifiuto fermo di superstizioni e misticismi; dalla centralità della pratica delle mitzvot alla ampia disponibilità al dialogo con gli arabi; dal rigetto del culto della terra e dello stato, ritenuto peculiarità dei fascismi, ai moniti espressi dalla guerra del Kippur (ma sulla questione dei Territori la posizione di Leibowitz era chiara già nel 1967). Ci vuole coraggio per pubblicare un testo del genere. Complimenti a chi, quarant’anni fa, questo coraggio lo ha avuto.
Giorgio Berruto