Populismo, una storia antica

L’estate è il momento ideale per riscoprire libri che avevamo messo da parte e dimenticato sugli scaffali, presi dalle urgenze del quotidiano. Nel mio caso la felice sorpresa, complice un incidente che mi ha immobilizzata per qualche settimana, è stata la trilogia di Robert Harris su Cicerone (Imperium, Conspirata, e Dictator, editi in Italia da Mondadori).
Tre libri straordinari per ritmo, suspense, colpi di scena, intelligenza, ma soprattutto per quello che la Storia ha da raccontarci sull’attualità.
L’antica Roma, con la sua grandezza e la sua miseria, con le sue leggi illuminate e la corruzione e l’avidità che le vanificano, con la ricchezza spropositata di alcuni e la miseria della maggioranza, con i monumenti meravigliosi sfregiati tutt’intorno da spazzatura, escrementi, buche, con l’incapacità dei politici di prevedere gli avvenimenti e di tener fede ai principi, con i trabocchetti e i tradimenti e i vizi e le bugie, è lo specchio della Roma (e dell’Italia e del mondo di oggi). Con tanti piccoli Cesari che ambiscono al potere assoluto, e purtroppo nessun Cicerone all’orizzonte.
Ma ciò che più colpisce è il rapido avvento della dittatura, grazie all’utilizzo spregiudicato del populismo. La debolezza della democrazia è che ha le armi spuntate contro l’illegalità divenuta sistema; se, come sostiene Cicerone (e Socrate prima di lui), non è lecito utilizzare l’illegalità per combatterla, le vie d’uscita, se ce ne fossero, hanno tempi troppo lunghi per risultare efficaci nell’immediato.
E così, nutrendo i più bassi istinti del popolo, tradendo gli amici, lusingando l’avidità dei potenti, Cesare riesce a far fuori il Senato e a stabilire il dominio del “popolo”, che è solo una massa di soggetti manipolabili e assetati di sangue e vendetta, che possono essere comprati con promesse vane, mitologie di potere e un tozzo di panem et circenses. È vero, il Senato è debole e corrotto, e ormai rappresenta solo se stesso, non essendo più in grado di comprendere le insoddisfazioni e le difficoltà della gente comune. Ma ha comunque ancora una parvenza di legalità, che può essere invocata nei momenti di crisi. I dittatori populisti invece non conoscono freni. Possono emanare leggi retroattive, condannare senza processo, aizzare la plebe a uccidere con pretesti inventati.
Trump, Putin, Bolsonaro, Chavez, Erdogan…. In nuce sono tutti lì, negli avvelenamenti, nella spregiudicatezza, nell’utilizzo delle fake news, della retorica, della propaganda, e nel sostegno incondizionato che viene loro tributato come “rappresentanti degli interessi del popolo”. Tra complotti veri e complotti inventati, sbudellamenti di ragazzini e beveroni di sangue infantile, si intravvede anche l’ombra lunga di QAnon.
Sono libri che si leggono tutti d’un fiato, intessuti di colpi di scena raccontati con penna da maestro. Ma quello che personalmente mi ha conquistata, è la perenne partita a scacchi tra Cicerone e Cesare: due personaggi geniali nelle mosse e nelle contromosse, che si odiano ma non possono non stimarsi, che soccombono e poi risorgono, “finché morte non li separi”. Cesare che nasce nobilissimo ma povero, totalmente spregiudicato, ma capace di affascinare chiunque lo incontri; Cicerone che mostra tutte le debolezze del provinciale senza maschere di antenati illustri da appendere ai muri, che con le sue capacità oratorie e la sua intelligenza e cultura sterminata conquista fama e ricchezza. Ma il potere e gli onori lo trasformano nella caricatura di sé stesso, un pater patriae tronfio e narcisista, che solo nella disgrazia riesce a ritrovare orgoglio e ideali..
Non so quanto la ricostruzione storica di Harris sia accurata e quanto sia da attribuire al suo estro di scrittore. Ma la lettura della trilogia aiuta ad approfondire, senza soluzione di continuità nella tensione narrativa, la Storia che abbiamo studiato a scuola, e fornisce la chiave per comprendere meglio la realtà di oggi, che sembra così vicina, purtroppo, al tramonto dell’idea di Repubblica contro cui lottò inutilmente Cicerone. È un libro adatto anche ai ragazzi, che in questo clima di incertezza scolastica li può aiutare e imparare la Storia divertendosi. E chi poi volesse approfondire, può leggersi gli originali ciceroniani, che a distanza di duemila anni sono ancora godibilissimi per la sua verve oratoria e la sua capacità di argomentare.

Viviana Kasam

(24 agosto 2020)