Israele al Tour, aspettando Froome
un’edizione per rompere il ghiaccio

Per qualche giorno si è pensato che il colpaccio fosse alla portata: un arrivo anticipato di Chris Froome, ormai in rotta di collisione con il suo team. Per vedere in Israele l’immenso campione britannico, il più forte ciclista della sua generazione e tra i più grandi di sempre, ci vorrà però ancora qualche mese. Il suo nuovo contratto inizierà infatti solo nel 2021. 
L’Israel Start-Up Nation (già Israel Cycling Academy) si presenta comunque agguerrita alla prima prova con la più importante competizione ciclistica al mondo, il Tour de France, che scatterà nel fine settimana da Nizza. Con Froome in squadra, capitano e leader carismatico, le ambizioni sarebbero state altre. Se non la vittoria finale, almeno un piazzamento sul podio.
Resta difficile fare previsioni per il Tour 2020. Il primo obiettivo potrebbe essere quello di non sfigurare, gettando le basi per tentare l’impresa tra un anno. I 36 anni che Froome avrà allora non spaventano: è piena la storia del ciclismo di grandi colpi centrati in età “matura”. 
Ecco quindi la squadra che la Israel Start-Up Nation andrà a schierare. Partiamo dal 26enne israeliano Guy Niv. La scelta del team è stata infatti quella di premiare un atleta di casa. Portarlo al traguardo di Parigi, a prescindere dalla sua posizione di classifica, sarà l’obiettivo di tutta la squadra. Una sfida dagli evidenti risvolti simbolici. Tra i nomi più quotati il 38enne tedesco Andrè Greipel, l’uomo delle volate. Un nome dalla grande esperienza per provare a portare a casa almeno un successo di tappa. Il palmares è dalla sua parte, visto che in carriera può vantare la bellezza di ben sette tappe vinte al Giro, undici al Tour e quattro alla Vuelta. Altro nome di punta il suo connazionale Nils Politt, 26 anni, che ha all’attivo un secondo posto in una delle gare più prestigiose del calendario ciclistico internazionale, la Parigi-Roubaix. Per le tappe di montagna (e per un piazzamento in classifica) l’uomo giusto potrebbe essere invece l’irlandese Dan Martin. Al Tour si è classificato tre volte nei primi dieci. Nel 2016 (nono), nel 2017 (sesto) e nel 2018 (ottavo). L’unico dubbio è legato alle condizioni di salute, non ottimali. Il suo nome non è stato pertanto ancora ufficializzato. Anche se ci sono discreti margini di ottimismo.
Alla partenza, con il team israeliano, anche i belgi Ben Hermans e Tom Van Asbroeck, il francese Hugo Hofstetter e il lettone Kristoff Neilands. Potrebbero essere i nomi giusti per inserirsi in qualche fuga da lontano e tentare il colpo a sorpresa. 

(25 agosto 2020)