Premio Letterario Adei Wizo,
ventesima edizione tra radici e Memoria

L’esperienza del Premio Letterario Adei Wizo Adelina Della Pergola rimane una consolidata certezza, realizzata con successo anche quest’anno nonostante le preoccupazioni e le difficoltà organizzative causate dalla pandemia. Cinque i libri finalisti della XX edizione, più un titolo per il Premio Speciale, che offrono una lettura piacevole per vari target di lettori. Tra i finalisti non solo romanzi storici che propongono riflessioni sul dramma della Shoah, ma anche romanzi sulla ricerca delle radici familiari o racconti di esperienze di vita personale.
I tre titoli finalisti del Premio Adulti sono: Ida, di Katharina Adler (trad. Matteo Galli, Sellerio editore, 2019); Olocaustico, di Alberto Caviglia, (Giuntina, 2019); Il mostro della memoria, di Yishai Sarid (trad. Alessandra Shomroni, edizioni e/o, 2019). Due i titoli finalisti del Premio Ragazzi: L’interprete, di Annette Hess, (trad. Chiara Ujka, Neri Pozza, 2019); La luce dell’ambra, di Liliana Treves Alcalay, (Giuntina, 2019). Il libro L’ultima intervista, di Eshkol Nevo (trad. Raffaella Scardi, Neri Pozza, 2019), è candidato al Premio Speciale.
Ida di Katharina Adler è un romanzo storico basato su una storia realmente accaduta tra Belle Époque e Seconda guerra mondiale, frutto di ricerche storiche e ricordi familiari condotte dall’autrice, pronipote di Ida Bauer. La protagonista Dora, il cui vero nome è Ida Bauer, fu l’unica paziente psichiatrica che, non avendo accettato la spiegazione della sua isteria, abbandonò la terapia con Freud. Il personaggio di Dora è quello una donna che l’autrice stessa ha definito «né isterica né eroina» e che è in realtà una diciottenne alla conquista della sua indipendenza e dell’emancipazione femminile.
Olocaustico di Alberto Caviglia è un romanzo satirico e divertente che fa riflettere sul futuro partendo da un’idea di fondo: se neghiamo la Shoah, tutto il resto crollerà. Il protagonista David Piperno, personaggio ambizioso e con un senso dell’umorismo particolare, per realizzare il suo sogno, diventare un grande regista di fantascienza, darà inizio a una catastrofe di proporzioni planetarie e non basteranno i consigli dei suoi amici immaginari Philip Roth e Itzhak Rabin.
Il mostro della memoria di Yishai Sarid è un romanzo dagli aspetti satirici e grotteschi che pone all’attenzione del lettore la percezione della Shoah nella società contemporanea israeliana. È la storia di un accompagnatore di gruppi di studenti, di politici e di ufficiali dell’esercito israeliani in visita ai campi di concentramento nazisti in Polonia. Un’esperienza di lavoro che diventerà inquietante per il giovane protagonista che, nonostante i suoi tentativi di mantenersi distaccato durante le sue esposizioni sulla Shoah, rischierà di essere travolto psicologicamente ed emotivamente dall’orrore di quanto accadeva nei campi di sterminio.
L’interprete di Annette Hess è un romanzo che invita il lettore a riflettere sull’elaborazione dei crimini della Shoah da parte della società tedesca. La protagonista Eva Bruhns, giovane interprete dal polacco, vive a Francoforte e nel 1963 riceve una inattesa telefonata dalla sua agenzia. L’incarico assegnato alla ragazza è di tradurre la testimonianza di Josef Gabor che parla di tragici avvenimenti della Shoah accaduti nel 1941 e che 20 anni dopo sono ignoti non solo alla giovane interprete ma sono colpevolmente taciuti e rimossi nella società tedesca. Nei giorni successivi Eva dovrà fare i conti col trauma proprio della generazione di coloro che si sono scoperti figli degli aguzzini del Terzo Reich.
La luce dell’ambra di Liliana Treves Alcalay. Micol, la giovane protagonista, per completare la sua tesi sulla storia dei “marrani” intraprende un lavoro di ricerca con l’aiuto di nonno Victor, docente di storia medievale ad Istanbul. L’antico ritratto di una fanciulla, un ciondolo impreziosito da un segno misterioso e una Meghillat Ester riccamente miniata sono gli elementi di una trama che condurrà il lettore nel clima del Portogallo di fine Cinquecento, tra marrani e criptogiudei, perseguitati dall’Inquisizione ma disposti a tutto pur di salvare la loro identità, la loro storia, la religione di loro padri.
«Un tempo mi alzavo felice e oggi mi alzo triste. Non sono certo di sapere il perché». Così comincia L’ultima intervista di Eshkol Nevo. Uno struggente e, insieme, feroce romanzo in cui, sotto l’occasionale forma di un’intervista a un sito internet, uno scrittore provvede a mettere a nudo il suo cuore. Sono pagine in cui irrompe la verità nuda e cruda, divertente, triste, scandalosa, politicamente scorretta, una verità così vera da aprire non soltanto le porte alle stanze nascoste di una vita, ma da mostrare persino come al suo centro si insedi spesso la più spudorata menzogna. Sulla scia di grandi autori quali Nabokov e Roth, l’acclamato autore della Simmetria dei desideri e di Tre piani ci mostra come la vita stessa di uno scrittore possa diventare autentica letteratura.

Giovanna Micaglio Ben Amozegh

(25 agosto 2020)