Usa, una svolta inquietante

Portland al centro dell’attenzione internazionale: nelle scorse ore un militante suprematista è stato ucciso in strada, con due colpi di pistola. Un omicidio che, sottolinea Repubblica, potrebbe segnare una svolta inquietante: “La prima vittima di destra nel primo vero scontro di guerriglia urbana tra trumpiani e oppositori. In un Paese polarizzato, con la corsa all’acquisto di armi cresciuta del 70%, l’episodio può scatenare un’escalation di violenza in tutti gli Usa”.

Anche il tema dei migranti resta in primo piano. “Ondata record di sbarchi. Emergenza a Lampedusa”, si legge ad esempio sulla prima pagina di Repubblica. La giornata di ieri è stata caratterizzata da un nuovo dramma: l’esplosione di un barcone, davanti alle coste della Calabria: tre i migranti morti. A bordo del mezzo, ha riferito la Prefettura, viaggiavano 21 persone.

Mossa a sorpresa del gruppo terroristico Hezbollah, che ha teso la mano verso il presidente francese Macron. Poche ore dopo il disastro al porto di Beirut, lo stesso aveva chiesto una rifondazione radicale del sistema di governo libanese. Pare comunque molto difficile, scrive il Corriere, “che Hezbollah possa accettare di minare le fondamenta confessionali della sua legittimità politica per soddisfare Parigi e le piazze, al momento tornate silenziose”. Tra i temi più contestati, viene ricordato, “il diritto di Hezbollah di mantenere milizie armate e addestrate dall’Iran”.

Il Fatto Quotidiano parla dell’accordo tra Israele ed Emirati Arabi Uniti, sostenendo che non stia dando gli esiti sperati: “Tiepidi i Paesi Occidentali e freddi gli Stati arabi, anche quelli di cui sperava una rapida adesione, come Bahrein e Arabia Saudita”. A detta del Fatto, si starebbero invece moltiplicando le prese di distanza: “L’ultima è quella del Gran Mufti di Gerusalemme che si è dimesso da un forum per ‘promuovere la pace’ con sede negli Emirati”.

Il Ruanda ha emesso un mandato di cattura internazionale nei confronti di Aloys Ntiwiragabo, da tempo accolto in Francia, che sarebbe uno dei responsabili del massacro dei tutsi. Il Fatto Quotidiano traduce e pubblica un lungo articolo sul tema del gruppo giornalistico Mediapart. Tra le voci ascoltate quelle di un giornalista locale, che afferma: “Vorrei che Ntiwiragabo fosse processato qui in Ruanda e che si potesse recuperare la gabbia di vetro in cui Adolf Eichmann comparve durante il suo processo, a Gerusalemme. Potremmo adattarla per farne una versione ruandese”.

Sul Corriere Roma si racconta la storia del “Ghettarello”, una propaggine dell’adiacente Ghetto che fu in funzione fino al 1731. Al suo interno c’era una Scola (sinagoga) di cui si sono poi perse le tracce. La “sesta Scola”, contando le cinque attive nel Ghetto.
Il punto di partenza dell’articolo è uno studio del 2011, realizzato da Giancarlo Spizzichino, in cui l’autore rende conto dei documenti ritrovati nell’archivio storico della Comunità ebraica.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(31 agosto 2020)