Italia-Israele, la medicina è spaziale

Israele e Italia hanno lanciato con successo nelle scorse ore nello spazio il nanosatellite DIDO-III, prodotto dalla società israeliana SpacePharma. Questo progetto speciale, frutto della collaborazione tra l’Agenzia spaziale israeliana e quella italiana, insieme allo sviluppo portato avanti dall’azienda israeliana SpacePharma, prevede un minuscolo laboratorio in cui saranno condotti quattro esperimenti medici scientifici per testare la resistenza ai farmaci in condizioni di microgravità. Come spiega il Jerusalem Post, a partecipare al progetto anche Sheba Medical Center: l’ospedale israeliano entra così nella storia, diventando il primo a prendere parte a un esperimento medico nello spazio. “Lo Sheba sperimenterà in questa missione spaziale la sua teoria secondo cui la microgravità nello spazio riduce la resistenza agli antibiotici, che si spera contribuirà a risolvere il problema globale sempre più grave della resistenza batterica agli antibiotici”, scrive il Jpost. “Al Sheba Medical Center, abbiamo già dati preliminari che suggeriscono che la microgravità riduce l’antibiotico-resistenza a seguito di esperimenti che abbiamo effettuato sul campo utilizzando un dispositivo speciale che imita in qualche misura le condizioni di microgravità”, ha spiegato Ohad Gal-Mor, capo del laboratorio di ricerca sulle malattie infettive dello Sheba Medical Center.
“Ora siamo in grado di ripetere questi risultati in condizioni di microgravità ‘reali’ e di vedere come le condizioni nello spazio influenzano questo processo. Speriamo di poter sviluppare nuovi approcci per prevenire questo fenomeno nella clinica ospedaliera e non solo”, ha continuato il Prof. Gal-Mor.
Nel complesso il progetto DIDO-III comprenderà quattro esperimenti nel campo della medicina, della biologia e della chimica, e ogni studio sarà condotto da un ricercatore israeliano e da un ricercatore italiano. “L’arrivo in orbita del piccolo satellite (che pesa meno di 6 kg) si iscrive tra i successi della proficua collaborazione nell’ambito dell’Accordo industriale scientifico e tecnologico tra Italia e Israele”, spiega in un comunicato la Farnesina. L’Italia ha sostenuto i costi del lancio e del rilascio in orbita, avvenuto con il payload dispenser SSMS (Small Spacecraft Mission Service del vettore Vega, prodotto per la maggior parte dall’industria spaziale italiana) – e finanziato la realizzazione dei progetti.