Bologna ebraica, sette secoli di storia
“Un giro in città: Bologna ebraica”. È il titolo della mostra, curata da Vincenza Maugeri e Caterina Quareni, che attraverso suggestivi scatti, antiche vedute, immaginari artistici propone un itinerario attraverso luoghi che raccontano ancora oggi la storia degli ebrei a Bologna.
La mostra, inaugurata quest’oggi al Museo ebraico in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica, ricorda come il primo documento che attesta la presenza degli ebrei a Bologna risalga al 1353. Da allora la loro presenza in città rimane abbastanza costante e florida fino alla definitiva cacciata, avvenuta nel 1593. Eccettuati brevi e sporadici ritorni di individui o piccoli gruppi, gli ebrei ricominciano a far parte della società bolognese solo dopo l’emancipazione napoleonica, nel 1796. Nel corso della loro permanenza, sia in età medievale e moderna, sia in età contemporanea, danno significativi apporti alla vita culturale ed economica della città, di cui restano le testimonianze in libri e documenti conservati negli archivi e nelle biblioteche di Bologna e tracce ancora visibili in città: la casa quattrocentesca dell’intellettuale Ovadyah Sforno in piazza Santo Stefano, il palazzo cinquecentesco dell’umanista Achille Bocchi in via Goito, con la monumentale iscrizione ebraica e latina incisa nello zoccolo, l’edificio di via San Vitale un tempo sede di una grande sinagoga, l’ex ghetto ebraico nei pressi delle Due Torri, le lapidi medievali provenienti dall’antico cimitero ebraico di via Orfeo conservate presso il Museo Civico Medievale, il cimitero ebraico ottocentesco ancor oggi in uso adiacente al complesso della Certosa, la Sinagoga di via de’ Gombruti, costruita negli anni ’30 su progetto di Attilio Muggia e attualmente arricchita di un secondo tempio sottostante. A questi monumenti storici si aggiunge il Memoriale della Shoah, realizzato nel 2017 presso la nuova stazione dell’alta velocità.
Nel percorso di mostra, oltre alle foto di Franco Bonilauri, Michele Levis e Roberto Macrì, anche le suggestive vedute dell’antico ghetto di Guido Neri, e due importanti opere, un disegno di Emanuele Luzzati del 2005 e uno di Marina Falco Foa del 2014, che interpretano il ghetto di Bologna, donate dagli artisti al MEB.
La mostra, che resterà aperta al pubblico fino a domenica 18 ottobre, si completa inoltre con la proiezione di “Un viaggio, tante storie”, il video collettivo realizzato dai Musei ebraici italiani, per la Giornata della Cultura Ebraica.
(Nell’immagine l’allestimento della mostra)
(6 settembre 2020)