Giornata Europea della Cultura Ebraica,
l’intervento della Presidente UCEI
Signor Ministro Vincenzo Amendola,
Signora Sindaca di Roma Virginia Raggi,
Signor Consigliere regionale Paolo Ciani,
Prefetto di Roma Matteo Piantedosi,
Presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello,
Rabbino capo della Comunità di Roma Rav Shmuel Riccardo Di Segni
Illustri Autorità civili, militari e religiose, Imam Pallavicini e Monsignor Spreafico,
Carissimi amici, presenti qui e che ci seguite dalle vostre dimore o per strada ovunque siate.
Siamo felici ed orgogliosi di poter celebrare una nuova edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica a rimarcare, anno dopo anno – oggi il ventunesimo – che la cultura ebraica è parte del contesto culturale italiano. Cultura intesa nella sua accezione più ampia e più estesa nell’arco della storia. Per affermare che a fianco al monito di non dimenticare e quello della Memoria di quanto avvenuto nel buio della Shoah, vi è un altro monito – l’ebraismo non è solo Shoah, pogrom e persecuzioni. È vita, ieri ed oggi. Qui a Roma città capofila per la prima volta di questa rassegna è vivo e presente ininterrottamente da oltre 20 secoli.
Oggi è un giorno di festa, di condivisione ed il tema che abbiamo voluto attribuire a questa giornata è quello dei Percorsi ebraici.
Tutta la storia ebraica racchiude un atlante di umanità in movimento – i nostri patriarchi, il popolo di Israele che dall’Egitto attraversa il deserto per arrivare in Terra d’Israele, le diaspore, i ritorni; le cacciate, le espulsioni, gli itinerari della morte, gli itinerari della vita ritrovata, della terra anelata, costruita e sviluppata; le terre attraversate nel vissuto ebraico da singoli e da collettività, ricercando mete narrate dai padri, da re David, dai maestri del Talmud, dai poeti medievali, dai kabalisti, da Herzl, dai padri del sionismo, dai rabbini del pensiero hassidico. Percorsi e luoghi nei quali avvengono miracoli, sogni e risvegli, doni di precetti, fatti dissacranti, giuramenti e promesse. Israele e Gerusalemme alla fine e all’inizio di ogni itinerario.
Itinerari ebraici tracciati e tutt’ora ripercorsi, via mare e via terra, nel Medio Oriente e nel Mediterraneo, nei deserti dell’Africa e nei boschi dell’Europa dell’est, nell’arco dei millenni di storia ebraica, e ancora oggi la storia viene scritta dai nostri figli che scelgono di vivere in Israele! Ma, ovviamente, anche itinerari dell’identità ebraica di popolo, l’affermazione del monoteismo, lo studio, il commento e l’interpretazione della Bibbia attraverso la Mishnà, il Talmud e gli insegnamenti dei rabbini, le tradizioni tramandate di generazione in generazione, le antiche preghiere che recitiamo ogni giorno, la lingua ebraica e quindi la maturazione di una cultura fatta di mille culture, anche quella dell’ebraismo italiano, che oggi qui desideriamo raccontare e condividere.
A tutto questo si aggiungono gli itinerari dell’anima, con la ricerca di sé, il dialogo con Dio e con il prossimo, con un percorso che stiamo vivendo in questo ultimo mese del calendario ebraico che culmina con la festa solenne di Yom Kippur.
E proprio per questo in modo molto fattivo e concreto, capendo che molti itinerari di vita e vissuto ebraico in Italia, nelle 21 Comunità di oggi, e molte altre di ieri, sono sconosciuti desideriamo portarli alla riscoperta con un portale dedicato: www.myjewishitaly.it, anche in versione app, voluto e ideato dall’assessore UCEI Jacqueline Fellus, raccoglie tutti le informazioni utili e pratiche per visitare l’Italia ebraica. Per noi stessi che viviamo in una comunità e potremmo visitare le altre, per gli tutti gli italiani che potranno aggiungere questi itinerari a quelli programmati o improvvisati, a tutti coloro che dall’estero apprenderanno che esiste una comunità ebraica italiana che ha un patrimonio artistico, musicale, liturgico, architettonico, culinario immenso da conoscere e visitare. Vi invito già da oggi ad iniziare questo percorso di riscoperta, qui a Roma e nelle oltre 90 località nelle quali si celebra oggi questa giornata di festa.
A volte, nella vita di ciascuno di noi, ma anche in quella di istituzioni, di comunità, di governanti e governati, ci si trova su un crocevia di strade. Ci si trova a dover scegliere se continuare nella strada dissestata, se tornare indietro, se rinunciare, se intraprendere la prossima salita inerpicata. Se attraversare un mare o un deserto, se di notte o di giorno, chi avere al nostro fianco. Credo con tutto il cuore che i valori della nostra tradizione, primi fra tutti quello del rispetto della vita, la cura del prossimo e dell’ambiente, la forza di proiettare la nostra esistenza oltre se stessi e verso le generazioni future, la bellezza e la profondità delle parole scritte nei testi sacri, da poeti e scrittori, la memoria che scandisce il battere dei cuori affranti, le note struggenti dell’Hatikvà e l’orgoglio di una patria e nazione ebraica, siano le migliori bussole per indicarci la via da proseguire. Da proseguire in convivenza e conoscenza reciproca, convinti che la pace – shalom – è una meta raggiunta da preservare, da difendere ed estendere. Grazie a tutti gli organizzatori di questa giornata.
Buon inizio di viaggio e buona festa,
Noemi Di Segni, Presidente Unione Comunità Ebraiche Italiane
(6 settembre 2020)