“Resistenza agli antibiotici,
problema grave per l’umanità”

“La resistenza agli antibiotici, dovuta all’abuso da parte della popolazione mondiale, è diventata uno dei problemi più seri della medicina moderna”. Ad affermarlo, il Premio Nobel per la Chiamica Ada Yonath. La scienziata israeliana, ospite dell’Esof2020 di Trieste, ha richiamato l’attenzione su un problema poco noto al grande pubblico ma dagli effetti gravi e importanti: tra il 2010 e il 2014 la resistenza agli antibiotici ha causato circa 33 mila morti all’anno in Europa, l’allarmante bilancio evidenziato da Yonath. Solo pochi nuovi antibiotici sono in fase di sviluppo, ha spiegato la scienziata. La maggior parte delle grandi aziende farmaceutiche ha interrotto gli sforzi per crearli. “Se le aziende non lo fanno, e noi ne abbiamo bisogno, possiamo davvero combattere la resistenza agli antibiotici in modo efficace? È improbabile perché i batteri vogliono vivere e sono ‘più intelligenti’ di noi, almeno in termini di sopravvivenza”. Gli agenti patogeni sono in grado di adattarsi rapidamente agli antibiotici in circolazione, rendendo la ricerca incentrata sui nuovi antibiotici essenziale per tenere a bada le malattie causate da parassiti e batteri infettivi. Per questo la Premio Nobel israeliana ha lanciato un appello a un impegno comune su questo fronte. Lo ha fatto dal palcoscenico dell’Esof, la rassegna dedicata alla scienza che in queste ore ospiterà per le sue fasi conclusive il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Una manifestazione che ha portato a Trieste scienziati da tutto il mondo e rilanciato il dibattito pubblico si diversi fronti. Oltre al monito della Yonath infatti, nelle scorse ore è stato rilanciato la Trieste Declaration of Human Duties, Carta dei Doveri umani promulgata nella città giuliana nel 1993 e sostenuta all’epoca da Rita Levi Montalcini. Rispettare la dignità e la vita umana, evitare gli sprechi energetici, agire contro le ingiustizie razziali: sono alcuni dei 12 doveri espressi nella Carta, un codice di etica e responsabilità condivisa sulla salvaguardia della dignità umana, la protezione dell’ambiente e il mantenimento della pace fra i popoli. “Credo che sia arrivato il momento di ridare ai principi sanciti nel 1993 la diffusione che meritano – ha osservato Sergio Paoletti, presidente di Area Science Park e tra i protagonisti del rilancio del documento – la Carta dei doveri è un appello alla responsabilità condivisa, una presa di coscienza nei confronti dei doveri che abbiamo nei confronti dell’umanità e del mondo. Ed è particolarmente significativo che parta dal mondo della scienza. È la strada che dobbiamo percorre per costruire un futuro migliore”.