Giornata della Cultura Ebraica – Casale
Un lungo viaggio, dal Medioevo a Jaffe

La lunga e appassionante storia degli ebrei del Monferrato al centro delle celebrazioni per la Giornata Europea della Cultura Ebraica a Casale: un percorso che, illustrato in sinagoga dal presidente della Comunità ebraica Elio Carmi, parte addirittura dalla distruzione del Tempio di Gerusalemme, e in cui ogni tassello grande o piccolo sembra fondamentale nel costruire una realtà unica. Per fortuna o determinazione sotto Aleramici, Paleologi, Gonzaga le famiglie ebraiche prosperano fino ad arrivare, nella Casale dei Savoia, ad essere il 5% della popolazione casalese. Un’eredità culturale che oggi vive in una comunità piccola ma dinamica, ricca di eventi e che ha aderito fin dalla prima edizione alla Giornata.
Il prologo di sabato sera ha già segnato questa edizione dedicata ai “Percorsi” e condizionata dal Covid19 che a Casale si è trasformata in un viaggio cittadino alla scoperta, non solo della sinagoga e dei musei, ma anche delle tante tracce ebraiche disseminate per vie e piazze.
Nel cortile delle Api sotto l’albero del melograno (quest’anno straordinariamente ricco di frutti) la mattina di domenica Elio Carmi ha svelato come Casale ha interpretato l’appuntamento. “Tutto – ha spiegato è nato da uno stimolo arrivato dalla rete dei musei ebraici che ci ha chiesto una clip di 3 minuti da inserire all’interno di video in cui si raccontavano le singole realtà museali ebraiche italiane. Abbiamo affidato a Luca Percivalle e Francesco Cusano l’incarico di costruirlo, ma il materiale raccolto è servito per realizzare anche un video più lungo di 12 minuti che ha raccontato tanti luoghi di Casale che nemmeno noi conoscevamo”.
“Abbiamo cominciato il lavoro con un giro in bicicletta – ricorda Luca Percivalle – per me è stato un piacere enorme entrare nel laboratorio di krumiri come fosse un luogo sacro. Il video è un invito a uscire e cercare i dettagli, i piccoli segni di questa permanenza”.
“È il terzo prodotto che creiamo per la rete dei musei ebraici – spiega Claudia De Benedetti, direttore del museo casalese – dopo la visita virtuale per il lockdown e i video su Pesach e Shavuoth”. Poi è tempo di un paio di annunci significativi. “Nel video sui musei vedrete che le città si passano il testimone una con l’altra, Tra queste Padova che a novembre accoglierà alcune lampade d’artista del nostro Museo dei Lumi. Non solo saranno al Museo Ebraico della città veneta, ma anche in luoghi come la curia, il rettorato, il municipio”. Il secondo annuncio viene da Roberto Gabei, presidente della Fondazione Arte, Storia e Cultura Ebraica a Casale Monferrato e nel Piemonte Orientale – ONLUS: “Abbiamo avuto il piacere di una nuova acquisizione del Museo dal lascito della signora Wanda Querena De Angeli che ha deciso di donarci una trentina di oggetti tra cui alcuni pezzi significativi per la realtà ebraica locale, come argenti e stoffe che presto saranno esposti nel museo”. Più tardi Claudia De Benedetti ed Elio Carmi mostrano qualche anteprima: tra le cose notevoli un cappello decorato come quello che gli ebrei sono stati costretti ad indossare nel XVIII secolo, una mezuzah che insolitamente riproduce su di un lato l’immagine di Mosè, scialli ricamati, candelabri.
Arriva però il momento più atteso dal numeroso pubblico convenuto in vicolo Olper: in sala Carmi, a piccoli gruppi si assiste a un video che mostra una Casale sconosciuta. Guidati da Diletta, Daria e Daniele Carmi si parte ipotizzando l’origine ebraica dei krumiri, si scoprono le famiglie ebraiche che hanno contribuito alla costruzione del monumento a Carlo Alberto e chicche ancora più curiose: come lo stretto percorso che univa i retrobottega dei negozi affacciati su Via Roma e consentiva ai proprietari degli stessi di raggiungere il ghetto senza in pratica uscire dai suoi confini. Facciamo la conoscenza con le figure di Raffaele Jaffe, fondatore del Casale Calcio o Giuseppe Ottolenghi, preside del liceo Classico, si ricordano i tanti insegnanti ebrei che hanno dovuto abbandonare l’insegnamento a seguito delle leggi razziali e le tante vittime delle deportazioni Traviamo anche Giuseppe Pavia, uomo politico a cui i casalesi devono il foro boario e naturalmente non mancano i luoghi noti dell’ebraismo casalese come i musei e la sinagoga o i cimiteri ebraici (il primo documento che attesta la presenza degli ebrei a Casale è proprio una richiesta al vescovo del 1438 per un luogo di sepoltura). Il video dedicato esclusivamente a Casale, così come i link per quello collettivo, sono facilmente reperibili sul sito e sui social della Comunità casalese, ma vederli nei luoghi che li hanno ispirati è sicuramente un’esperienza particolare. Anche per questo sono andati in loop per tutta giornata regalando un’emozione in più ai tanti visitatori del complesso, arrivati persino dalla Polonia, tutti dotati di prenotazione e con itinerari rispettosi del distanziamento sociale. Tra gli ospiti anche il sindaco di Casale Federico Riboldi e Dirce e Roberta Pretti, figlie di Giuseppina Gusmano e Felice Pretti, i casalesi Giusti tra le nazioni dal 2000 ricordati anche nel video.
Alle 17 l’ultimo appuntamento della Giornata con il finissage dell’opera “Shaar Leatid – La porta per il futuro” realizzata dall’artista Angelo Castucci ed esposta davanti all’aron della sinagoga dalla riapertura del complesso museale avvenuta il 2 giugno. Daria Carmi ha ricordato il valore di questo progetto nato in collaborazione con Coniolo Fiori e tutto basato sulla simbologia della rosa e unita ai colori e alle scritte della sinagoga: un segnale di rinascita dopo la pandemia.
La Giornata è continuata fino alle 19 con il continuo alternarsi di visitatori. L’apertura del complesso ebraico e le visite ai musei continueranno anche nel prossimo weekend e nelle settimane successive, compatibilmente con le festività ebraiche.

(7 settembre 2020)