Gianpaolo Santoro (1953-2020)

La scomparsa di Gianpaolo Santoro, mancato lo scorso martedì 31 agosto, priva il mondo dell’informazione di una voce libera, indipendente, credibile, di alta autorevolezza e di raro spessore morale. Collaboratore di numerose testate (il Roma, l’Avanti!, il Denaro, il Mattino, dove lavorò a lungo come inviato, vaticanista e quirinalista, e altre), negli ultimi anni ha diretto, con rara efficacia, il giornale online Italia Israele Today, organo ufficiale della Federazione delle Associazioni Italia-Israele: un sito che molti lettori di Pagine Ebraiche conoscono, e che, grazie a lui, forniva un’informazione – sui temi del Medio Oriente, ma anche, più in generale, di politica italiana e mondiale, ebraismo, razzismo, antisemitismo, diritti civili, democrazia ecc. – puntuale, completa, equilibrata.
Data la povertà dei mezzi finanziari di cui disponeva la testata – basata, oltre che su qualche piccolo contributo, esclusivamente sul volontariato – Gianpaolo faceva, in pratica, tutto da solo: direttore, redattore, impaginatore, grafico. E il suo impegno acquista un profilo che si può definire eroico se si tiene conto che lavorava su una sedia a rotelle, a causa di una grave malattia degenerativa che da dieci anni ne aveva pesantemente compromesso le capacità motorie. Viveva da solo, a Mondragone – assistito da una famiglia di extracomunitari che ricambiava la sua ospitalità, è da dire, con assidua premura e sincero affetto -, e il lavoro era in pratica la sua vita. Stava tutto il giorno, e molte ore della notte, davanti allo schermo e alla tastiera, dove allestiva i pezzi da pubblicare. Gli articoli – che portavano la firma di opinionisti del calibro di Giuseppe Crimaldi, Fiamma Nirenstein, Paolo Mieli, Maurizio Molinari, Gianpaolo Pansa, Ugo Volli e tanti altri – venivano pubblicati, grazie al suo talento, arricchiti da un affluente corredo di immagini fotografiche che, per così dire, ne amplificavano il contenuto, moltiplicandone e rimarcandone i messaggi.
Qualsiasi lettore di giornali ben sa quanto, nella presentazione di un pezzo, le immagini pubblicate possano orientare l’apprezzamento del lettore. Solo scegliere una foto al posto di un’altra può bastare a condizionare il giudizio, trasformando un sentimento di simpatia in antipatia e viceversa. E lo stesso vale per i titoli, che, com’è noto, non vengono decisi dagli autori. I file consegnati a Gianpaolo dai vari collaboratori entravano, come gli attori prima di entrare in scena, in una sorta di “sala trucco”, o “montaggio”, all’uscita della quale apparivano trasformati quasi come dei racconti illustrati, dei cortometraggi, nei quali le immagini che intercalavano il testo ‘parlavano’ altrettanto delle parole scritte, sollecitando nei lettori le più diverse reazioni: interesse, stupore, curiosità, indignazione, riso. E, da questo punto di vista, Gianpaolo era un maestro di deontologia professionale, dal momento che la sua opera di “restyling” era sempre improntata al massimo dell’equilibrio, dell’obiettività e dell’imparzialità. Mai, con i suoi interventi grafici, cercava di manipolare la sensibilità del lettore, o di mandare messaggi subliminali. Sapeva bene che compito di un giornale non è quello di propinare al ‘popolo’ (come si fa nelle dittature) la ‘verità’, ma solo quello di aiutare ogni singolo lettore, con la sua testa, a formarsi liberamente le sue convinzioni, senza affidare a nessuno il proprio cuore e il proprio cervello. E, da questo punto di vista, Italia Israele Today rappresentava, grazie a lui, un vero modello di alto giornalismo: una testata nella quale qualsiasi lettore, indipendentemente dalle proprie opinioni politiche e preferenze, poteva trovare un’informazione ricca, plurale, corretta, puntuale. E se qualcuno, leggendo un contributo, ritenesse che l’operato del governo di Gerusalemme fosse presentato in luce troppo benevola, non aveva che da passare all’articolo successivo, dove, certamente, avrebbe trovato delle severe critiche, formulate senza sconto.
Non sono solo gli amici di Israele, oggi, a essere in lutto, ma tutti coloro che abbiano a cuore i valori della libera e onesta informazione, che appaiono oggi minacciati e offesi, in vario modo, non solo sotto i regimi tirannici, ma anche in nazioni di antica tradizione democratica. La libera informazione ha molti nemici, dichiarati o meno, e il coraggio e la schiena dritta di Gianpaolo (che nessuna malattia è riuscita mai a piegare) dovrebbero fungere da esempio per tutti, in una battaglia che è essenziale per il futuro della civiltà. Quanto agli amici di Israele, non solo, grazie a lui, il loro numero è di molto cresciuto, ma sono certo che è molto cambiata anche la loro coscienza e il loro spirito critico, perché tutti i lettori che accedevano al sito del suo giornale entravano, giorno dopo giorno, in una scuola di libero pensiero e di spirito critico, fondata sui valori non negoziabili del pluralismo delle idee, dell’onestà intellettuale, della distinzioni tra fatti e opinioni, del rispetto della dignità della persona umana.

Francesco Lucrezi

(9 settembre 2020)