Un viaggio nel segno di “Sefarad”
Tre concerti per raccontare un viaggio nella cultura e musica sefardita, con protagonisti artisti di spicco nel panorama nazionale e internazionale.
È l’itinerario tracciato dal Museo ebraico di Bologna con l’ormai tradizionale appuntamento di Jewish Jazz, rassegna apertasi quest’anno con Evelina Meghnagi e la sua performance “Di voce in voce”. L’inizio di un percorso nel segno di “Sefarad”, il nome con cui già a partire dal Medioevo gli ebrei indicavano la penisola iberica. Un luogo di radici e poi d’esilio, per effetto degli editti d’espulsione del 1492 che sancirono la fine di una lunga storia e la dispersione di questa realtà in tutta l’area del Mediterraneo (Italia compresa).
Un confronto che avrebbe contribuito a plasmare, attraverso un costante scambio di esperienze, un’identità (anche musicale) multipla e affascinante. Jewish Jazz si propone di affrontarne tonalità e impatto.
La rassegna proseguirà nella serata di domani con Stefano Saletti & Banda Ikona (Hija Mia Mi Querida) e si concluderà la sera del 12 con Gabriele Coen Quintet “Sephardic Tinge” (La musica sefardita incontra il jazz).
(9 settembre 2020)