Giornalisti epurati nel ’38,
Trieste fa Memoria

“Viviamo in un’epoca in cui anche i gesti simbolici hanno un peso. Si tratta quindi di un riconoscimento che guarda non solo al passato ma anche al nostro presente. Un monito contro l’avanzata di nuove parole d’odio”. 
Carlo Muscatello, presidente dell’Assostampa Friuli-Venezia Giulia, è tra gli artefici di una importante cerimonia che avrà luogo venerdì mattina al Circolo della stampa di Trieste e sul quale si era già confrontato con la redazione di Pagine Ebraiche in occasione dei lavori di Redazione aperta: la reiscrizione “ad honorem” di sette giornalisti triestini cancellati dagli elenchi professionali con l’entrata in vigore delle leggi antiebraiche promulgate dal fascismo nel 1938. Torneranno così iscritti, in memoria, il giornalista professionista Federico Levi, stenografo al Piccolo, e i pubblicisti Edvige Levi Guanalachi, Vito Levi, Alice Pincherle, Aldo Cassuto, Mario Bolaffio e Isacco Kleim. 
La data scelta per la cerimonia ha un evidente significato. Il 18 settembre di 82 anni fa, “in una Piazza dell’Unità gremita e festante”, Mussolini annunciava infatti i provvedimenti antisemiti. Era, ricorda l’Assostampa in una nota, “il via alle persecuzioni, sfociate nei campi di concentramento e di sterminio, d’intesa con il dittatore nazista Hitler”. Accanto a Muscatello, in questa storica giornata, il presidente dell’Ordine dei giornalisti regionale Cristiano Degano. Con loro anche il presidente del Circolo della stampa Pierluigi Sabatti, il rabbino capo Alexander Meloni e altri esponenti del mondo ebraico triestino, dirigenti e alunni del liceo Petrarca artefici nel 2018 della mostra “Razzismo in cattedra”. A partecipare anche il professor Enrico Serventi Longhi, docente di Storia alla Sapienza di Roma, al quale si deve una ricerca negli archivi della Fondazione Murialdi che ha permesso di far luce sulle epurazioni compiute ai danni della categoria.
A spiccare nell’elenco il nome di Vito Levi, nato nel 1899 e morto nel 2001, musicologo, critico, scrittore, storico della musica, professore al Conservatorio e all’Università.
“L’ho conosciuto alla fine degli anni ’50 quando, praticante, lavoravo nella redazione periferica del Gazzettino” spiega Luciano Ceschia, presidente onorario dell’Assostampa regionale. “Levi – aggiunge – continuava a scrivere ed era un riferimento di tutta la cultura della città che ascoltava rapita i suoi ricordi, tra l’altro sui rapporti con Svevo, Saba, Benco e Tomizza, che fu suo genero”.
La cerimonia di venerdì mattina, spiega Muscatello, costituisce l’ideale prosecuzione di un percorso avviato nel 2018 con la consegna nelle mani del presidente della Comunità triestina Alessandro Salonichio del prestigioso San Giusto d’oro, premio nato nel 1967 su iniziativa del Gruppo Giuliano Cronisti. Un premio attraverso il quale, aveva sottolineato in quella circostanza, “i giornalisti triestini vogliono ricordare e onorare, a ottant’anni dalle vergognose leggi razziali, il grande contributo dato nel corso dei secoli dalla Comunità ebraica alla crescita culturale ed economica del capoluogo giuliano”. Un ricordo doveroso, aggiungeva Muscatello, “in un momento storico che purtroppo vede, in Italia e ovunque, diffondersi il razzismo e rinascere l’antisemitismo”. 

(Nell’immagine di Giovanni Montenero un momento della cerimonia di consegna del San Giusto d’oro alla Comunità ebraica triestina, avvenuta nel 2018, di cui l’iniziativa in programma venerdì è l’ideale prosecuzione).

(16 settembre 2020)