Normalità nell’anormalità

Mai come quest’anno il capodanno ebraico arriva accompagnato dagli auguri di tutti, non solo ebrei. In parte è una coincidenza: in questi giorni ci si scambiano gli auguri per l’inizio del nuovo anno scolastico, con la consapevolezza che ne abbiamo tutti un gran bisogno: gli allievi appena maturati che stanno per affrontare un percorso universitario insolito, fatto di complicate alternanze di lezioni in presenza e a distanza; i ragazzi che tornano sui banchi (singoli) di scuola dopo quasi sette mesi e, come noi, si dovranno adattare a regole insolite, immobilità, mancanza di intervalli, impossibilità di condividere materiale; e tutto con lo spettro di un nuovo lockdown che ci spinge a progettare piani B in ogni ambito prima che sia troppo tardi.
In parte gli auguri che ci rivolgono sono proprio per Rosh Hashanà, di cui tutti ormai hanno letto o sentito parlare a proposito di Israele e del lockdown in coincidenza con le festività. E una volta tanto Israele è in primo piano non per guerre, razzi o attacchi terroristici – e forse neanche più di tanto per la pace con gli Emirati e con il Bahrein – ma per una situazione grave simile alla nostra di sei mesi fa, per gli stessi guai in cui è immersa gran parte del mondo. Un paese come tutti gli altri nel suo modo di affrontare la pandemia tra dubbi, proteste, polemiche, errori di sottovalutazione e tutto il resto. Non è una normalità da elogiare ma è pur sempre una forma di normalità, o forse è più corretto dire di normalità nell’anormalità.
Gli auguri per il capodanno ebraico spesso si accompagnano a domande su come faremo a gestire le funzioni; a nostra volta ci informiamo su come si stanno regolando per le funzioni nelle chiese e scopriamo le inevitabili somiglianze dovute alla necessità di obbedire alle medesime regole: anche in questo caso abbiamo una sorta di normalità nell’anormalità. Non è detto che sia necessariamente un bene, così come non è detto che un mal comune sia necessariamente un mezzo gaudio; tuttavia dopo tanti mesi di anormalità angosciata e solitaria un po’ di anormalità condivisa e comune a tutti può essere un buon augurio per questo 5781 che inizia in modo così anomalo.
Auguro a tutti un anno buono e dolce. Shanà tovà!

Anna Segre, insegnante

(18 settembre 2020)