Un anno per la salute

In ogni tefillà che recitiamo dalla prima sera di Rosh ha shanà, fino a Yom Kippur, nelle prime tre benedizioni della ‘amidà aggiungiamo alcune frasi rispetto alla consuetudine giornaliera del resto dell’anno. Nella prima benedizione, chiamata “birkat avot” (A’ sefatai tiftach ecc.) aggiungiamo la frase che recita le seguenti parole: “Zokhrenu le chaiim-ricordaci per la vita oh Re che gradisci la vita, e iscrivici nel libro della vita, in Tua grazia oh D-o vivente”.
Nella seconda benedizione, chiamata “ghevurot – potenza divina” (mechalkel chaiim be chesed ecc.), aggiungiamo: “Mi khamokha av ha rachamim – chi è come Te oh Padre misericordioso, ricorda il tuo Creato con bontà, Tu che fai morire e rivivere”.
Viene di chiederci quale sia il motivo di queste aggiunte e se c’è: qual è il nesso fra loro?
Analizziamo la prima frase. Essa è la richiesta di un qualcosa cui l’essere umano ha particolarmente cara, come nient’altra cosa: la vita.
Per ogni uomo è la cosa più cara; se non c’è la garanzia della vita, non si può fare null’altro.
Attenzione, non la vita a tutti i costi!
A proposito di ciò, in un’altra aggiunta verso la fine dell’amidà, recitiamo: “Ukhtov le chaiim tovim – E iscrivici nel libro della vita buona”!
Questo è ciò che chiediamo all’Eterno; una vita piena di bontà, di benessere, ma soprattutto, piena di umana dignità.
Mai come per quest’anno dovremmo impegnarci a recitare con tutte le nostre forze queste richieste al Signore Iddio.
Una vita piena di pace, di soddisfazioni – morali e materiali -; una vita piena di benessere, ma soprattutto piena di salute. Abbiamo sofferto molto in quest’anno in cui la pandemia ha colpito l’intero pianeta, portando, più che una guerra, morti e sofferenze.
L’augurio che possiamo formularci è lo stesso che viene formulato in tutte le sinagoghe del mondo, all’inizio della preghiera di arvit:
Tikhlé shanà ve kileloteha tachel shanà u virkoteha – Si concluda l’anno e le sue maledizioni, inizi l’anno e le sue benedizioni.
Shanà tovà e soprattutto Metukkà

Rav Alberto Sermoneta, rabbino capo di Bologna

(18 settembre 2020)