Giornalisti triestini cacciati nel ’38,
un atto simbolico per fare Memoria
Federico Levi, Edvige Levi Guanalachi, Vito Levi, Alice Pincherle, Aldo Cassuto, Mario Bolaffio e Isacco Kleim. Sono i nomi dei sette giornalisti triestini cancellati dal fascismo dopo la promulgazione delle leggi antiebraiche. Nell’82esimo anniversario dal loro annuncio da parte di Mussolini in una piazza Unità d’Italia gremita e festante i presidenti dell’Ordine dei giornalisti regionale Cristiano Degano e dell’Assostampa Friuli Venezia Giulia Carlo Muscatello hanno proceduto con la loro simbolica reiscrizione nell’albo.
Numerosi gli interventi che hanno caratterizzato la cerimonia, svoltasi al Circolo della Stampa a poche ore dall’inizio del nuovo anno ebraico. All’incontro, introdotto dal presidente del Circolo Pierluigi Sabatti, hanno partecipato tra gli altri il rabbino Alexander Meloni, una delegazione del liceo Petrarca che nel 2018 organizzò la mostra ‘Razzismo in cattedra’ sull’impatto dei provvedimenti antisemiti nel mondo della scuola, il professor Enrico Serventi Longhi, docente di Storia alla Sapienza di Roma. Ad intervenire in conclusione anche il direttore della redazione giornalistica UCEI Guido Vitale, che ha proposto atti concreti e non solo formali. Come ad esempio l’intitolazione di un praticantato giornalistico ai colleghi ebrei perseguitati.
(La foto è di Giovanni Montenero)
(21 settembre 2020)