Kippur 5781, ritorno a Villa Pignatelli

Le norme anti-Covid che regolano il rispetto del distanziamento consentono nel tempio di via Cappella vecchia, a Napoli, 26 posti per gli uomini e 11 per le donne.
Troppo pochi per accogliere gli ebrei residenti sul territorio che vorranno celebrare Kippur.
È così, come in altre Comunità in Italia e nel mondo, è partita la ricerca di un sito adatto ad accogliere un numero maggiore di partecipanti. L’obiettivo che è stato raggiunto a Napoli è particolarmente suggestivo.
La Sovrintendenza locale museale ci ha offerto due sale all’interno del Museo Villa Pignatelli, che ha una storia molto significativa per la presenza ebraica a Napoli.
La villa in questione fu costruita per volere di Sir Ferdinand Richard Acton nel 1826 e nel 1841 fu acquistata dal Barone Carl Mayer Rothschild, che era arrivato a Napoli nel 1831.
A Napoli, e in tutto il regno delle due Sicilie, vigevano per gli ebrei le interdizioni borboniche, che avevano seguito quelle spagnole del 1541. Per queste interdizioni, nessun ebreo poteva calpestare il suolo del regno. Certo non si poteva applicare l’interdizione a Rothschild, alla sua famiglia e a numerosi suoi collaboratori che erano stati chiamati proprio dai sovrani borbonici a sostenere e rinforzare le finanze del Regno.
Forse questi divieti non erano già così rigorosi da qualche anno perché è certa una ridottissima presenza ebraica a Napoli già prima dell’arrivo dei Rothschild. Una presenza discreta che però riusciva, sia pure quasi clandestinamente, a riunire per i Sabati e per le feste i pochi ebrei in una sala dell’albergo Croce di Malta al Largo del Castello, corrispondente alla attuale Piazza Municipio. Ma Rothschild nella sua Villa fece di più. Adibì infatti una stanza ad oratorio, per tutti i Sabati e per le feste degli ebrei che, con l’avvicinarsi dell’Unità d’Italia, sempre più numerosi cominciavano ad affluire a Napoli (l’apertura del Tempio di via della Cappella vecchia è del 1863).
Il Tempio di Villa Rothschild, Villa Pignatelli, fu il primo Tempio aperto a Napoli dopo tre secoli di espulsione. Proprio fra quelle mura gli ebrei napoletani si riuniranno nuovamente per celebrare Kippur 5781.

Sandro Temin, Consigliere UCEI

(Nell’immagine il dipinto Kippur a casa Rothschild, del 1836, opera di Moritz Daniel Oppenheim)

(22 settembre 2020)