In migliaia salutano
Ruth Bader Ginsburg
“La sua vita un sogno americano”

Migliaia di cittadini hanno reso l’ultimo omaggio a Ruth Bader Ginsburg davanti all’ingresso della Corte Suprema degli Stati Uniti al cui interno è stata allestita la camera ardente di un personaggio che, come questa iniziativa che non ha eguali negli ultimi 90 anni di storia americana dimostra, conferma di aver lasciato un segno speciale e forse inimitabile. 
L’ultima volta che qualcosa del genere accadde fu con William Howard Taft, il 27esimo presidente degli Stati Uniti che fu anche presidente della Corte dal 1921 al 1930. Da allora, per salutare giudici ed ex giudici della Corte, si erano scelte forme sempre solenni ma più blande rispetto a quella in svolgimento. Per la prima volta ciò avviene in onore di una donna. E con la particolarità non di una, ma di due giornate dedicate. La salma sarà poi trasferita nel palazzo del Campidoglio, sempre a Washington. Mentre l’Empire State Building, a New York, si illuminerà in suo ricordo con i colori della bandiera a stelle e strisce. 
“La vita di Ruth Bader Ginsburg è stata una delle tante versioni del sogno americano”, ha sottolineato il presidente della Corte, il repubblicano John Roberts, nel corso della cerimonia che si è svolta ieri all’arrivo del feretro. “Suo padre era un immigrato di Odessa. Sua madre era nata quattro mesi dopo l’arrivo della sua famiglia dalla Polonia. La madre ha lavorato a lungo come contabile a Brooklyn. Era solita chiederle: ‘Quale è la differenza tra una contabile di Brooklyn e una giudice della Corte suprema?’ La risposta era: una generazione”. 
Nella seconda giornata di camera ardente, cioè oggi, è atteso in visita il presidente Donald Trump. “Una donna fantastica che ha vissuto una vita entusiasmante” il suo primo commento, appena appresa la notizia della scomparsa. Anche nel comunicato ufficiale diffuso poco dopo dalla Casa Bianca si rimarca questo aspetto. I media americani non escludono però la possibilità di nuove contestazioni in arrivo: come noto infatti il presidente ha deciso di nominare in tempi stretti una sua sostituta, disattendendo la speranza espressa da Ginsburg alla nipote: “Si aspettino le elezioni”. Parole che Trump ha scelto di non ascoltare, ritenendole parte di un complotto orchestrato dai democratici per penalizzarlo. Il cambio di rotta sarà, a quanto pare, radicale. Salvo sorprese dell’ultim’ora ad essere nominata un’esponente dell’area ultraconservatrice: la 47enne Amy Coney Barrett. 

(24 settembre 2020)